Roma, piazza Vittorio, poco prima del tramonto di un giorno qualsiasi. Fatti i compiti, messi da parte playstation o smartphone, i ragazzi giocano a pallone come una volta. Ma qui c'è qualcosa di nuovo, di forte, di magico. Questi ragazzi sono islamici, cattolici, cinesi, africani, sudamericani, iraniani, indonesiani, egiziani, algerini, romeni: il mondo, quello che ha paura del terrorismo, dell'altro diverso da noi, del migrante qui sparisce e diventa normale, solidale intorno ad un pallone da passare, per tirare e fare gol.
Piazza Vittorio è il cuore dell'Esquilino, il quartiere melting pot di Roma. Ogni giorno questo parco, che presto sarà anche riqualificato, ospita centinaia e centinaia di persone di ogni etnia, religione ed età che insieme trascorrono qualche ora all'aria aperta, tra alberi e verde.
Intanto le squadre sono pronte, cinque da una parte e cinque dall'altra. Non importa chi segna di più, questi ragazzi hanno già vinto, un calcio al terrore, una speranza in più.
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