Come sacerdoti ci identifichiamo
con il popolo scartato, ma a volte siamo ciechi, per "un eccesso
di teologie complicate". Lo ha detto il Papa nella omelia della
messa del crisma. "Come sacerdoti noi ci identifichiamo con quel
popolo scartato, che il Signore salva, e ci ricordiamo che ci
sono moltitudini innumerevoli di persone povere, ignoranti,
prigioniere, che si trovano in quella situazione perché altri li
opprimono. Ma ricordiamo anche che ognuno di noi sa in quale
misura tante volte siamo ciechi, privi della bella luce della
fede, non perché non abbiamo a portata di mano il Vangelo, ma
per un eccesso di teologie complicate".
"Sentiamo che la nostra anima se ne va assetata di
spiritualità, ma non per mancanza di Acqua Viva, che beviamo
solo a sorsi, ma per un eccesso di spiritualità 'frizzanti', di
spiritualità 'light'. Ci sentiamo anche prigionieri, non
circondati, come tanti popoli, da invalicabili mura di pietra ma
da una mondanità virtuale che si apre e si chiude con un
semplice click".
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