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Viaggio nell'universo di Gus Van Sant al Museo del Cinema

Museo Nazionale Cinema Torino

Viaggio nell'universo di Gus Van Sant al Museo del Cinema

A Torino dal 6 ottobre prima mostra dedicata al regista

29 settembre 2016, 14:54

Redazione ANSA

ANSACheck

Casey Affleck e Matt Damon in Gerry di Gus Van Sant, 2002 - RIPRODUZIONE RISERVATA

Casey Affleck e Matt Damon in Gerry di Gus Van Sant, 2002 - RIPRODUZIONE RISERVATA
Casey Affleck e Matt Damon in Gerry di Gus Van Sant, 2002 - RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - Dei giovanissimi Keanu Reeves, Nicole Kidman, Matt Damon catturati da polaroid che li fissano in un'eterna giovinezza, dipinti e acquerelli che ritraggono volti sconosciuti e paesaggi onirici, video e colonne sonore in cui la musica è la cassa di risonanza dei percorsi interiori dei suoi personaggi, immagini e sequenze entrate ormai nella storia del cinema. E' un viaggio nell'universo di uno dei più interessanti e innovativi registi della scena indipendente contemporanea, capace anche di misurarsi con grandi successi hollywoodiani, quello che propone il Museo Nazionale del Cinema di Torino, dal 6 ottobre al 9 gennaio, con 'Icone', la prima mostra dedicata al lavoro di Gus Van Sant.

Coprodotta dal Museo Nazionale del Cinema con la Cinémathèque franaise di Parigi e la Cinémathèque de Lausanne, e reduce del successo della 'prima parigina', la mostra, curata da Matthieu Orléan, presenta un ventaglio ampio ed eterogeneo delle opere dell'autore di film di culto come 'Elephant', 'Belli e dannati', 'Paranoid Park' e 'Will Hunting, genio ribelle'. E se al centro di tutto c'è il suo cinema, i suoi lavori toccano i più svariati campi artistici, dalla fotografia alla pittura alla musica. 'Icone' presenta infatti le sue celebri polaroid scattate fra gli anni '80 e '90, i dipinti in cui si ritrova tutto l'universo delle sue pellicole, i disegni preparatori per i lungometraggi, ma anche cortometraggi inediti, video musicali, making-of e montaggi con le sequenze più celebri e rappresentative dei suoi film.

La mostra è dunque l'occasione per scoprire la poliedricità di Van Sant attraverso i diversi linguaggi artistici, tutti accomunati da alcuni elementi distintivi e ricorrenti, il paesaggio urbano di Portland, la sua città, gli spazi desertici di un'America spesso estrema e ai margini, una certa percezione alterata della giovinezza. Un universo in cui risuonano gli echi della Beat Generation sempre presenti in quello che è considerato un autore inquieto, emblema di un cinema radicale e audace, il cineasta della gioventù affamata di vita. E i suoi personaggi, skaters, studenti, musicisti, giovani spesso respinti e incompresi dal mondo adulto, si ritrovano in tutti i suoi lavori. La mostra, che sarà inaugurata il 6 ottobre dal regista stesso, presenta inoltre le collaborazioni originali con artisti come William Eggleston, Bruce Weber, M Blash e David Bowie.
A completare il 'viaggio' nell'universo Van Sant, una retrospettiva dei suoi film al Cinema Massimo di Torino, una serie di attività collaterali e il catalogo che contiene anche una lunga intervista al regista, con riflessioni intime e aneddoti e un discorso approfondito sulla lavorazione dei suoi film.

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