Il Tar Marche respinge l'istanza
cautelare urgente per sospendere il provvedimento di Dad al 100%
per le scuole superiori nelle Marche ma chiede alla Regione di
rivalutare la situazione, "alla stregua della nuova disciplina e
dell'evolversi dei rilievi epidemiologici" tenendo presente "la
necessità di non penalizzare in via prevalente il diritto
all'istruzione scolastica in presenza rispetto ad altri
concomitanti fattori di rischio ambientale sicuramente
maggiormente significativi per le stesse fasce d'età, allo stato
non adeguatamente controllati e repressi". La decisione dei
giudici riguarda il ricorso presentato da alcuni genitori del
Comitato Priorità alla scuola Marchecontro l'ordinanza del
presidente Francesco Acquaroli che aveva disposto anche lo stop
delle lezioni in presenza anche per le classi seconde e terze
medie delle province di Ancona e Macerata.
Un "passaggio rilevante" quello rilevato dal Tar, secondo il
Comitato Pas Marche: "il giudice riconosce, quindi, quanto
diciamo ormai da mesi: non si può penalizzare esclusivamente il
diritto all'istruzione e la scuola in presenza, quando vi sono
altri contesti di contagio, che riguardano anche la fascia di
popolazione giovanile, non sono altrettanto attenzionati". "Va
da sé che se la Scuola chiude e tutto il resto rimane aperto, -
afferma il Pas le misure di contenimento vanno a penalizzare
soltanto gli studenti con tutte le conseguenze sotto il profilo
di apprendimento e di rischio psico-fisico che ne consegue. Ciò
a fronte del fatto che, in mancanza di screening mirati alla
popolazione scolastica laddove si verificano casi, non vi sono
certezze che l'aumento dei contagi dipenda dalla Scuola".
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