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A Fermo bomba davanti chiesa d. Albanesi

ordigni davanti chiese

A Fermo bomba davanti chiesa d. Albanesi

Danni ma nessun ferito. E' terzo attentato a chiese città

FERMO, 13 aprile 2016, 10:10

Redazione ANSA

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Carabinieri - Ris - RIPRODUZIONE RISERVATA

Carabinieri - Ris - RIPRODUZIONE RISERVATA
Carabinieri - Ris - RIPRODUZIONE RISERVATA

Rafforzamento dei controlli e del dispositivo di sicurezza sul territorio, senza adottare al momento alcun provvedimento relativo a singole persone, dopo l'esplosione di un ordigno artigianale due notti fa davanti al portone della chiesa di San Marco alle Paludi di Fermo, parrocchia guidata da don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco e dell'Inrca. E' quanto è stato deciso durante la riunione del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico oggi presso la Prefettura di Fermo. E' la terza bomba artigianale fatta esplodere in poco più di due mesi davanti a una chiesa di Fermo: prima il Duomo nella notte tra il 27 e il 28 febbraio, poi la chiesa di San Tommaso tra il 7 e l'8 marzo. La differenza è che nei primi due casi si tratta di parrocchie 'abitate' dai parroci - don Pietro Orazi, presidente della Caritas, e don Sebastiano Serafini, responsabile anche di un Centro Caritas -, mentre a San Marco non c'era nessuno al momento dell'esplosione, dato che don Albanesi risiede altrove. Indagano i carabinieri, coordinati dalla Procura di Fermo, e al momento tutte le piste sono aperte, con particolare attenzione alle dinamiche sociali del quartiere di Lido Tre Archi e alla criminalità comune, mentre trova meno credito l'ipotesi di un atto di terrorismo. Tutti e tre i sacerdoti sono fortemente impegnati nel sociale.

Un barattolo riempito di polvere da sparo, fatto esplodere davanti al portone della Chiesa di San Marco alle Paludi poco dopo la mezzanotte, da una o verosimilmente più persone. Nessuno pare abbia visto gli attentatori, ma un testimone avrebbe notato un'auto viaggiare a fari spenti verso Fermo e poi tornare indietro più o meno negli stessi momenti. Sono ancora pochi gli elementi in mano ai carabinieri e alla procura di Fermo che indaga sull'attentato alla chiesa di San Marco alle Paludi, in attesa dell'arrivo degli specialisti del Ris per i primi accertamenti tecnici più approfonditi. Il boato, potente, ha svegliato molte persone, e mandato in frantumi le vetrate della chiesa e frammenti del rosone: nessuna rivendicazione del gesto fino a questo momento, nessuna minaccia precedente ricevuta dal parroco, mons. Vinicio Albanesi, o dai suoi collaboratori, e neppure dal vescovo e dalla Caritas. Gli investigatori sono certi che l'intimidazione sia collegata alle due bombe carta, di potenziale minore, fatte esplodere nella notte fra il 27 e il 28 febbraio davanti alla residenza del vicario del Duomo, in via della Rocca, e nella notte fra il 7 e l'8 marzo di fronte al portone della Chiesa di San Tommaso. Chi ha agito conosce bene la zona e le abitudini dei sacerdoti: sa che don Albanesi non vive nella canonica di San Marco, e ha atteso la chiusura notturna del vicino centro sociale comunale per piazzare l'ordigno. Sul posto sono subito arrivate pattuglie dei Cc e della Polizia e i vigili del fuoco.

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