''Una chiesa attiva su tutti i
fronti, contro il degrado del quartiere e per l'accoglienza dei
migranti, probabilmente dà fastidio: quando uno dice 'messa e
rosari e basta', non infastidisce nessuno. La mia vita è nelle
mani di Dio, e io non mi faccio certo intimorire: andiamo
avanti, con più determinazione di prima''. Don Vinicio Albanesi
parla con l'ANSA dell'ordigno rudimentale fatto esplodere la
notte scorsa davanti al portone della sua parrocchia, nella
frazione di San Marco alle Paludi a Fermo, finora senza
rivendicazioni. ''Un avvertimento'', dice il sacerdote, che
potrebbe avere matrici diverse: ''un messaggio mafioso, da parte
di chi gestisce lo spaccio di droga e la prostituzione nel
quartiere di Lido Tre Archi; un gesto delinquenziale di bassa
lega, o un attentato di natura anticlericale: di sicuro chi ha
agito ci conosce bene. Sa che io non abito lì, e ha alzato il
potenziale offensivo dell'ordigno, rispetto alle 'bombe'
piazzate in precedenza davanti ad altre due canoniche.
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