Resta confermata l'esclusione della
Lista "Democrazia Sovrana Popolare" dalla partecipazione alle
elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo indette dell'8 e
9 giugno prossimi. L'ha deciso il Tar del Lazio con una sentenza
con la quale ha respinto un ricorso proposto da Dsp per chiedere
l'annullamento del "Verbale di verifica delle liste dei
candidati" redatto dall'Ufficio elettorale della IV
Circoscrizione-Italia Meridionale giovedì scorso.
La ricorrente, dopo aver esposto di avere avviato da oltre un
anno consultazioni politiche internazionali volte a
sottoscrivere accordi elettorali utili a godere dell'esonero
dall'obbligo di raccolta firme, si doleva del fatto che a fine
marzo scorso è entrata in vigore una modifica della normativa
riguardo i presupposti e le condizioni di candidabilità per le
elezioni europee. Più precisamente, è stata soppressa la
possibilità di fruire dell'esonero dalla raccolta delle firme in
precedenza riconosciuto a coloro i quali avessero presentato un
segno composito contenente quello di un partito di per sé
esonerato in quanto in possesso di un parlamentare europeo nella
legislatura in corso. Dopo aver raccolto le firme, Dsp è stata
comunque esclusa sulla base del calcolo delle sottoscrizioni,
ritenute insufficienti.
Il Tar ha ritenuto infondato il primo motivo di ricorso
incentrato sulla illegittimità della disciplina "perché la parte
ricorrente si limita a solo affermare di avere intrapreso
accordi politici con formazioni di altri Stati dell'Unione,
senza alcuna allegazione circostanziata, né tantomeno prova,
dell'avvenuto raggiungimento di tali accordi".
Quanto al secondo articolato motivo di ricorso (incentrato
sulla ritenuta irragionevolezza della disciplina) "La censura è
manifestamente infondata perché, in primo luogo, la tesi secondo
la quale il legislatore avrebbe dovuto operare una riduzione
delle firme richieste in maniera proporzionale al tempo reso
disponibile per la loro raccolta dalla tempistica della modifica
legislativa, implica con ogni evidenza un giudizio di
opportunità politica appartenente in tutto alla discrezionalità
del legislatore".
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