FERRARA - C'è anche il Consorzio della Pera Igp dell'Emilia-Romagna tra gli sponsor del Festival di Internazionale da oggi a Ferrara. Un modo per comunicare al meglio e a un pubblico il più ampio possibile questa eccellenza poco conosciuta del made in Italy che ha sofferto più di altri la flessione dei consumi interni.
Il sostegno all'appuntamento di Ferrara - ha spiegato il presidente del Consorzio, Piergiorgio Lenzarini - è nato nell'ambito del Progetto europeo multipaese che promuove Dop e Igp francesi, italiane e spagnole.
"Abbiamo scelto questa importante iniziativa perché è sul territorio - ha spiegato - e perché la pera ha bisogno di sostegno e visibilità. L'Italia è il primo produttore di pere d'Europa e concentra circa 700mila tonnellate di prodotto per il 70% circa in Emilia-Romagna dove, non a caso, c'è stato nel lontano 1998 il riconoscimento di Igp dall'Europa per la varieta' Abate Fetel, decana, conference, william bianca, william rossa e kaiser".
Un comparto importante, quello della Pera: solo nella fase di produzione e lavorazione determina infatti nel corso della campagna sette milioni di giornate di lavoro. Purtroppo, però, il consumo in Italia è calato negli ultimi dieci anni di 100mila tonnellate. Dietro queste difficoltà, ragioni molto pratiche (la Pera è un frutto che tende a segnarsi facilmente, quindi spesso è immessa nel mercato troppo acerba per un consumo di qualità) e di immagine oltre al generale calo dei consumi.
"Un evento come il Festival di Internazionale - ha spiegato il direttore del Centro Servizi Ortofrutticoli, Elisa Macchi - ha delle ricadute nella comunicazione veramente importanti. E' un evento unico e abbiamo ritenuto importante essere qua con un prodotto come quello della Pera per poter comunicare su questa eccellenza".
Tre giorni in più, insomma, per far conoscere quelle che sono le caratteristiche per la salute di questo frutto - dalla sua digeribilità, alle proprietà antiossidanti; dall'alto contenuto di fibre alla ricchezza di fruttosio - e per sottolineare la sua importanza nell'agroalimentare italiano. L'offerta nazionale stimata a fine luglio è stata prevista infatti in 707mila tonnellate. Numeri importanti. Che rischiano però di soffrire la flessione di consumi: nel 2013 gli acquisti al dettaglio delle famiglie italiane hanno segnato un 10% in meno rispetto all'anno precedente. Ma i dati del 2014, danno segnali di miglioramento.
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