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Zuppi, la pietà su Internet è morta

Zuppi, la pietà su Internet è morta

'Pace erosa da tanti individualismi, dai semi di intolleranza'

BOLOGNA, 01 gennaio 2018, 18:08

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   "Senza pace non c'è futuro e si cancella il passato. Non c'è una volta per sempre! E' un dono che dobbiamo spendere per chi non la ha e per chi, perdendo la sua vita, lo ha ottenuto. Dobbiamo difenderlo perché la pace è sempre minacciata dal male, erosa da tanti individualismi, dai semi di intolleranza, dalla violenza ordinaria, dall'aggressività nei pensieri e nelle azioni, dall'incapacità a dialogare e riconoscere il prossimo". Sono parole dell'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, nell'omelia della messa per la solennità di Santa Maria Madre di Dio.
    "A volte - ha aggiunto - ci raggiungono immagini, sempre impietose, che non possiamo guardare con morbosa curiosità, perché quella persona potremmo essere noi e chiede consapevolezza e pietà. Qualche volta ho paura che la pietà l'è morta in Internet!". Zuppi ha poi proposto poi un parallelo tra i pastori del vangelo e i migranti: "Ci sono altri pastori - ha detto - che cercano ancora il bambino. Lo cercano disperatamente, perché portano nel loro cuore la notte profondissima della violenza e della guerra".

   A 50 anni esatti dall'omelia del cardinale Giacomo Lercaro contro la guerra in Vietnam, un testo che gli costò la rimozione, l'attuale arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi ha fatto proprie le parole del suo predecessore: "Qui disse proprio cinquant'anni or sono: 'La Chiesa non può essere neutrale di fronte al male, da qualunque parte esso venga: la sua vita non è la neutralità, ma la profezia'. Non neutrali, ma schierati per la pace!, ha esclamato Zuppi nella cattedrale di San Pietro, al termine della marcia per la pace nella città delle Due Torri. La pace, ha detto, "inizia con l'accoglienza, intelligente, lungimirante, sicura per tutti". Lercaro, ha aggiunto, "chiese di non giudicare gli altri ma di cambiare noi". E lo stesso cardinale nel discorso del primo gennaio 1968, ha proseguito il vescovo, "non volle e noi oggi non vogliamo stare zitti per opportunismo. Oggi - ha aggiunto - le pietre di inciampo sono il calcolo cinico delle convenienze economiche che ha portato a innescare dissennati conflitti poi senza ritorno, il traffico di armi, l'ignavia dell'indifferenza".

    Nella sua omelia pronunciata ieri per il Te Deum di ringraziamento e celebrato sempre nella cattedrale di San Pietro, l'arcivescovo di Bologna, ha sottolineato come "l'accoglienza non sia un rischio senza sicurezze, ma un'opportunità che ci chiede di amministrare bene quello che abbiamo, per fare grande il nostro paese e l'Europa, all'altezza della cultura e dell'eredità che ci è stata affidata".

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