Erano partiti da
Torre del Greco (Napoli) con un natante, con il preciso intento
di andare a recuperare ricci di mare nell'area marina protetta
del parco sommerso di Gaiola, nella zona di Posillipo, a Napoli.
Ma qui sono stati bloccati in flagrante dai carabinieri del
nucleo subacquei e denunciati. Si tratta di due pescatori di
frodo, sorpresi all'alba dai militari che hanno operato d'intesa
con il nucleo Tutela Patrimonio Culturale, su richiesta del
centro studi interdisciplinari Gaiola onlus (ente gestore del
parco).
Secondo quanto appurato dai carabinieri, i due svolgevano
l'attività con un piccolo natante munito di un compressore in
grado di 'insufflare' aria in continuo al subacqueo in
immersione. All'arrivo degli uomini dell'Arma i pescatori di
frodo avevano già riempito due sacchi di ricci di mare, per un
totale di circa 38 chili, pari a circa 1.000 esemplari.
La pesca di ricci di mare all'interno dell'area marina
protetta è assolutamente vietata ed è reato penale. I
ricercatori del parco che hanno svolto le dovute analisi prima
di rilasciare nuovamente il pescato sui fondali, hanno potuto
inoltre costatare come la maggior parte dei ricci fosse di
taglia ridottissima, compresa tra i 4 e i 5 centimetri, con
esemplari di dimensioni anche inferiori ai 3 centimetri. ''Uno
sciacallaggio vergognoso e privo di alcun senso - spiegano
attraverso una nota i carabinieri - visto che le gonadi (la
cosiddetta ''polpa'' che si raccoglie per la vendita) in
esemplari così piccoli sono praticamente quasi inesistenti, dato
che tale specie ha un accrescimento di circa un centimetro
l'anno e raggiunge la maturità sessuale tra i 4 ed i 5 anni di
età''.
(ANSA)
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