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Alimentare: l'Italia è il "controllore" n.1 al mondo

Alimentare: l'Italia è il "controllore" n.1 al mondo

Icqrf, nel 91% casi azione di tutela è su web nell'e-commerce

ROMA, 09 febbraio 2017, 17:02

Redazione ANSA

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Alimentare: l 'Italia è il "controllore" n.1 al mondo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alimentare: l 'Italia è il "controllore" n.1 al mondo - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alimentare: l 'Italia è il "controllore" n.1 al mondo - RIPRODUZIONE RISERVATA

ROMA - L'Italia è il più grande "controllore" della qualità agroalimentare al mondo: in un anno le operazioni di controllo delle produzioni agroalimentari e dei vini certificati sono state 9.652 per un totale di 11mila azioni tra controlli veri e propri e analisi di laboratorio. Lo ha sottolineato Stefano Vaccari, capo dipartimento dell'Ispettorato centrale Qualità Repressione Frodi (Icqrf), alla presentazione del 14/mo Rapporto sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane Dop, Igp, Stg di Ismea e Qualivita.

Un monitoraggio che prevede, ha precisato Vaccari, anche tempestivi interventi come "proprietario del nome" fuori dai confini nazionali e soprattutto sul web. "Il 91,3% delle azioni di tutela - ha detto il capo dipartimento Icqrf - viene fatto sulle piattaforme di e-commerce, come E-Bay, Alibaba e Amazon. Sul web vanno fatte azioni di autotutela veloci e le produzioni italiane più 'piratate' sono nell'ordine: il Prosecco, il Parmigiano con i vari Parmesan e simili, i kit per produrre vini come il Barolo, l'Aceto Balsamico. Ci sono anche i formaggi Pecorino Siciliano, Asiago, e Pecorino Toscano, che vengono addirittura proposti in versione vegana pur essendo evidentemente fatti almeno con il latte.

Tutte le piattaforme web - ha concluso - vendono food e i controlli italiani superano di gran lunga quelli dei francesi che ci hanno indicato come modello. Il paradosso, come dimostrato con l'incontro al Vinitaly 2016 tra il ministro Maurizio Martina e il fondatore di Alibaba Jack Ma, che sull'e-commerce la Pubblica Amministrazione è più avanti dei privati. E la cooperazione tra il Mipaaf e Alibaba ha anche dimostrato che in Europa e sul web la protezione dei marchi è possibile senza costi per i produttori.Mentre fuori dai confini europei è necessaria la tutela 'trade mark'".

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