ROMA - Le grane per Uber non accennano a finire. Fra le difficolta' a trovare un nuovo amministratore delegato e lo scandalo dei veicoli non sicuri affidati ai suoi autisti, l'app per auto con conducente chiude la sua divisione americana di leasing di auto dopo aver scoperto perdite 18 volte superiori alle attese. L'indiscrezioni del Wall Street Journal mette sotto ulteriore pressione Uber, che sta valutando la vendita dei veicoli in lease o della sua intera divisione di leasing.
L'app ha lanciato l'attivita' di leasing nel 2015, quando alla guida c'era ancora l'amministratore delegato Travis Kalanick. Nella divisione Uber aveva riposto grandi speranze, investendovi 600 milioni di dollari: l'idea alla base era quella di offrire auto in lease agli autisti che altrimenti avrebbero potuto incontrare difficolta' nell'ottenere prestiti per acquistare un veicolo nuovo. L'attivita' sembrava promettente sulla carta, ma i leasing subprime a consumatori non meritevoli presenta rischi elevati. Alle alte commissioni richieste si accompagnano infatti chance maggiori di non veder il prestito rimborsato. I prestiti per le auto sono da mesi il nuovo tallone d'Achille dell'economia americana e, secondo alcuni analisti, rappresentano la nuova bolla che rischia di esplodere. Il caso di Uber e' simbolico per offrire uno spaccato sull'attuale potenziale crisi subprime dell'auto. Uber aveva inizialmente stimato perdite per 500 dollari per veicolo, per poi ritrovarsi con un un rosso in media di 9.000 dollari per auto.
La chiusura delle attivita' di leasing va ad allungare la lista dei problemi di Uber. La caccia al nuovo amministratore delegato infatti incontra piu' difficolta' del previsto fra le presunte pressioni di Kalanich per tornare alla guida della societa'. C'e' poi, secondo indiscrezioni, il nodo delle auto non sicure concesse agli autisti che ha riguardato alcuni paesi, fra i quali Singapore. La crescente concorrenza e' l'altro nodo da affrontare con urgenza.
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