Viviamo in aree prevalentemente agricole del territorio novarese e abbiamo una grande attenzione per l’ambiente che ci circonda. Da qui, è nata l’esigenza di voler attuare concretamente un percorso di sostenibilità ambientale; siamo riusciti a valorizzare gli scarti della produzione risicola che è molto diffusa sul nostro territorio.
Il nostro progetto ha diverse potenzialità; siamo stati capaci infatti di applicare i principi alla base della green chemistry che rendono il nostro innovativo processo sostenibile anche dal punto di vista ambientale. L’idea è nata dopo avere saputo quanti scarti genera la produzione del riso e come questi siano una fonte green di silice, ce lo ha spiegato il nostro docente.
Nel territorio le acque sono principalmente contaminate da tracce di fitofarmaci, pesticidi e metalli pesanti. Utilizzando le ceneri della combustione di riso quindi a scuola, nel nostro laboratorio, abbiamo creato un materiale low cost (MCM-41), una sorta di nano-trappole dagli scarti del riso, che può essere utilizzato come setaccio molecolare per depurare le acque contaminate.
E’ una soluzione innovativa, praticabile, ecosostenibile che speriamo di poter sviluppare e presentare ad aziende del territorio per contribuire a ridurre l’inquinamento e come idea di economia circolare territoriale. Presso la FAST –Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche a Milano siamo stati premiati il 18 marzo dalla Commissione europea durante la 35/a edizione del concorso europeo – selezione italiana “I giovani e le scienze 2024” e abbiamo vinto di andare all’evento SJWP – contest internazionale dell’acqua per i giovani che si terrà a Stoccolma in Svezia dal 22 al 28 agosto 2024, dove speriamo di vincere ancora per la qualità del nostro lavoro.
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