Le Associazioni Assogasmetano,
Assopetroli-Assoenergia e Federmetano in vista del Consiglio
Ambiente Ue di martedì 28, con una nota congiunta al presidente
del Consiglio, Mario Draghi, e ai ministri della Transizione
ecologica, Roberto Cingolani, e dello Sviluppo economico,
Giancarlo Giorgetti, ribadiscono l'allarme già sollevato nei
mesi scorsi per quelle che ritengono "le drammatiche
ripercussioni che le misure europee sulla messa al bando del
motore endotermico al 2035 avranno sul sistema distributivo,
economico, industriale e occupazionale del nostro Paese".
Le filiere industriali italiane automotive e carburanti - si
legge nella lettera -, con le imprese della distribuzione,
stanno portando avanti da tempo programmi e investimenti per
contribuire in modo concreto e immediato alla lotta ai
cambiamenti climatici e alla salvaguardia dell'ambiente, in
un'ottica di economia circolare. Enorme è, il contributo in
termini di abbattimento delle emissioni di CO2 ottenibile con
l'uso di combustibili rinnovabili low-carbon e carbon-negative".
Avallare la proposta Europea implica rinunciare ai benefici
ottenibili con queste tecnologie e impostare la mobilità del
futuro essenzialmente su una sola tecnologia, con conseguenti
incertezze dovute a una mancata diversificazione del rischio,
affidandosi a soluzioni non ancora mature - in termini di
veicoli e infrastrutture - ed esponendosi a una dipendenza da
materie prime (terre rare, litio, ecc.) e tecnologie propri di
altri paesi extraeuropei, principalmente asiatici".
"Ciò comporta pesanti conseguenze sul piano occupazionale,
con la possibile perdita in Italia di oltre 100.000 posti di
lavoro, di cui circa 73.000 nel solo settore automotive al 2040,
dei quali 67.000 già nel periodo 2025-2030. Per tali ragioni le
Associazioni "chiedono al Governo di ribadire la posizione
contraria del nostro Paese a tali misure e di rinegoziare una
soluzione che lasci aperte più vie".
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