"Nonostante la pandemia, non c'è
stato in Italia uno stop degli investimenti green. Oltre il 70%
delle grandi imprese ha fatto investimenti importanti in questo
settore. L'obbligo del bilancio di sostenibilità ha spinto le
aziende a spendere. E chi lo ha investito in sostenibilità, ha
avuto profitti più alti". Lo ha detto stamani il ministro della
Transizione ecologica, Roberto Cingolani, in un videomessaggio
di saluto per l'apertura degli Stati Generali della Green
Economy, alla fiera Ecomondo di Rimini.
"Per le piccole e medie imprese è più difficle investire in
sostenibilità - ha proseguito il ministro -. La Ue sta lavorando
per fissare standard comuni per questi investimenti". Secondo
Cingolani "anche il Sud sta spendendo, non c'è una differenza
troppo grande con il Nord". Per il ministro tuttavia "mancano
oltre 10.000 esperti con competenze green. C'è un problema di
formazione tecnica". Eppure, ha aggiunto, "il 16% dei nuovi
posti di lavoro è di natura verde. E sono numeri destinati a
crescere in fretta".
Cingolani ha notato con soddisfazione che "la nostra
industria nella circolarità ha i risultati migliori a livello
europeo". Sulle rinnovabili però "è necessario uno sforzo
enorme", che "richiederà installazioni importanti". "Qui
misureremo la nostra capacità di essere credibili" con l'Europa,
ha aggiunto il ministro, "e la sindrome nimby diventerà
discriminante. Rischiamo di rimanere indietro nella corsa alla
decarbonizzazione".
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