E' stata respinta con 28 voti di
astensione (Uv, Fp-Pd, AV-Vda Unie, Pla, Sa, Lega Vda, FI) e
sette a favore (Pcp, Rv, Misto) la mozione presentata dal gruppo
Progetto civico progressista che mirava ad una rapida
definizione dello schema di norma di attuazione sulle
concessioni per derivazioni d'acqua. Il documento aveva
l'obiettivo di invitare i componenti di parte regionale della
Commissione paritetica ad operare affinché fosse "piena e ampia"
la competenza della Regione di disciplinare con propria legge le
procedure e modalità per il rilascio delle concessioni
idroelettriche. Il testo impegnava inoltre la Commissione
consiliare competente a monitorare l'iter del provvedimento al
fine di avere puntuali aggiornamenti e preparare nel migliore
dei modi la discussione e la decisione del Consiglio regionale.
La consigliera Chiara Minelli ha sottolineato che "la
titolarità delle acque pubbliche da parte della Valle d'Aosta e
la possibilità di disciplinarne l'utilizzo sono temi fondanti
della nostra autonomia. Purtroppo la questione ha avuto solo un
riconoscimento parziale nel nostro Statuto, tanto che
successivamente si è dovuti intervenire con norme di attuazione,
come quella del 2016 che ha riconosciuto infine la titolarità di
gran parte delle acque pubbliche, anche ad uso idroelettrico da
parte della Regione. L'articolo 8 dello Statuto risulta però
superato dall'evoluzione normativa e deve essere adeguato con
un'ulteriore norma di attuazione, in particolare l'ultimo comma
che riserva allo Stato la disciplina della procedura e le norme
tecniche delle concessioni. Il Consiglio regionale nel 2019 ha
richiesto la predisposizione di uno schema di norma di
attuazione in tal senso: la Commissione paritetica ha elaborato
due bozze (2019 e 2022) che però non hanno concluso il loro iter
ed è necessario e urgente arrivare a una soluzione definitiva
della questione. A nostro parere si sta sottovalutando
l'importanza di questo provvedimento e la sua valenza sotto
l'aspetto autonomistico: è in gioco la competenza legislativa
della Regione sulla disciplina delle acque pubbliche. Siamo
veramente sorprese dal silenzio delle principali forze
autonomistiche della maggioranza su di un tema così rilevante
per la Valle d'Aosta: un ben strano modo di esercitare la
'fierté autonomiste' tanto sbandierata!".
Il presidente della Regione, Renzo Testolin, nell'annunciare
l'astensione, ha ribadito che "la nostra linea di pensiero
rimane che la Commissione paritetica, pur operando su impulso
della politica, è un organo tecnico e indipendente. Come governo
interloquiamo con la Paritetica e la sollecitiamo riguardo alla
tematica, riportando anche le suggestioni che emergono dal
confronto consiliare, tuttavia non possiamo sostenere che il
Consiglio regionale si sostituisca a questa interlocuzione, o
che voglia indirizzare passo dopo passo i lavori della
Commissione, così come se fosse un organo interno al Consiglio
stesso. Nel merito, ricordo che in questi quattro anni dalla
presentazione dello schema di norma di attuazione, al netto dei
rallentamenti dei lavori della Paritetica, a livello nazionale
c'è stato un confronto intenso sulla tematica. Una situazione
che si è evoluta nel tempo, che oggi si ripresenta con la
necessità di identificare un percorso che ci consenta di
individuare il nuovo gestore e che possa permetterci di
traguardare positivamente il futuro della gestione delle nostre
acque".
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