Divampano anche in Valle d'Aosta le polemiche sul voto per eleggere a giudice della Corte costituzionale Francesco Saverio Marini, consigliere giuridico di Palazzo Chigi. Il professore dal luglio dello scorso anno è presidente della Commissione paritetica Stato-Regione per l'attuazione dello Statuto speciale della Valle d'Aosta. Dopo che la precedente presidenza era stata di nomina governativa, quella di Marini è spettata alla giunta regionale, composta da forze autonomiste e dal Pd.
"Una presidenza che non ha dato grandi risultati e che Marini avrebbe dovuto abbandonare una volta diventato giudice costituzionale", secondo il movimento valdostano Rete civica, all'opposizione. Inoltre come giudice costituzionale, Marini "si sarebbe trovato in una posizione di conflitto di interessi, dovendo giudicare leggi per cui è stato consulente (vari disegni di legge governativi, fra cui quello sul premierato) e su ricorsi (anche affidatigli dalla Regione Valle d'Aosta) di cui è stato redattore".
Come avvocato, ha ricevuto vari incarichi dall'esecutivo valdostano: dal contenzioso civile da 40 milioni di euro tra Regione e Trenitalia all'impugnativa governativa - poi accolta dalla Consulta - della legge regionale 'anti-Dpcm' del 2021, passando per una controversia amministrativa sul difensore civico.
Secondo Rete civica, "è politicamente molto significativo l'allineamento al centrodestra", nella votazione di ieri, del deputato valdostano Franco Manes, che rappresenta le stesse forze della maggioranza in Regione. "A Roma, le opposizioni si oppongono giustamente a questo nominativo. Ad Aosta, invece, il Pd locale e l'Union Valdôtaine lo hanno votato e continuano a farsi rappresentare dal consigliere di fiducia della Meloni", attacca la coalizione Valle d'Aosta aperta (M5s, Adu Vda e Area democratica).
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