Assoluzione con formula piena. È
quanto chiede la difesa dell'ex governatore, Luis Durnwalder,
nel secondo filone del processo relativo all'uso dei fondi
riservati. L'accusa contesta il peculato per l'utilizzo indebito
di 23 mila euro tra dicembre 2012 e marzo 2013. Per gli stessi
fatti, ma riferiti a un periodo precedente (dal 2004 al 2012,
per un totale di 556 mila euro), era stato condanno a 2 anni e 6
mesi. Il pm Igor Secco aveva chiesto la riqualificazione del
fatto in indebita destinazione di denaro, con conseguente
dichiarazione di improcedibilità per avvenuta prescrizione, o,
in subordine, la condanna a tre mesi in continuazione rispetto
alla condanna già inflitta dalla Corte d'appello di
Trento.Gerhard Brandstätter, che con Domenico Aiello e Karl
Pfeifer fa parte del pool difensivo, ha iniziando la sua arringa
tracciando un parallelo con il caso Alex Schwazer: "La Procura
della Corte dei conti agisce in un clima persecutorio nei
confronti del presidente. Questo processo non s'aveva da fare».
Mancano «l'elemento soggettivo, e quindi il dolo, ma anche
quello oggettivo. La Cassazione si è già espressa sulla bontà
del tipo di spese contestate in questo secondo filone".
L'udienza è stata rinviata al 13 novembre per repliche e
sentenza. In quella di oggi è emerso che l'ex presidente è
imputato anche per falsa dichiarazione, per aver chiesto la
rateizzazione del debito di 23 mila euro del quale la Corte dei
conti ha chiesto il pagamento.
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