Il Menologio, il calendario delle
festività religiose ortodosse divise per semestri, i cui
pannelli presentano scene sacre e figure di santi, ciascuna
identificata da un'iscrizione. L'icona con Santa Caterina
d'Alessandria, databile al 1693-1694, in cui la principessa
martire è raffigurata con attributi simili a quelli dell'arte
occidentale, come la palma e la ruota del martirio, i libri e la
sfera armillare che alludono alla sua vasta conoscenza. E poi
l'icona della Madre di Dio di Tichvin, datata 16 luglio 1728 e
firmata da Vasilij Grjaznov, replica dell'immagine miracolosa
che secondo la tradizione apparve nel 1383 a Tichvin, nel
territorio di Novgorod. O ancora, l'icona raffigurante la Madre
di Dio, del tipo detto "In te si rallegra ogni creatura", e
quella con la Decollazione del Battista, entrambe legate al
collezionismo dei Medici. Sono solo alcuni degli antichi
gioielli, tutti realizzati tra il tardo 1500 e la metà del 1700,
che compongono la collezione di arte sacra russa esposta a
partire dal 2 gennaio in modo permanente nel nuovo Museo delle
Icone Russe di Firenze, realizzato nella reggia di Palazzo
Pitti, con un allestimento curato dall'architetto Mauro Linari.
Composta da ben 78 icone, per lo più di medie e piccole
dimensioni e destinate alla devozione domestica e personale, la
collezione - raccolta a Firenze già dai Medici e soprattutto dai
Lorena nel corso del Settecento e del secolo successivo -
rappresenta la più antica del genere al mondo al di fuori della
Russia stessa: grazie al nuovo museo troverà una speciale
collocazione in quattro grandi sale decorate con affreschi
seicenteschi e affacciate sul cortile al piano terra di Palazzo
Pitti, tutti spazi appena restaurati che entreranno a far parte
del normale percorso di visita e fino a ora mai aperti al
pubblico regolarmente. Il nuovo anno si apre dunque con un
progetto speciale, di grande fascino e di importante significato
simbolico, considerando anche che, contemporaneamente, anche la
Cappella Palatina, con gli affreschi ottocenteschi di Luigi
Ademollo, adesso interamente restaurata, verrà riaperta e sarà
visitabile tutti i giorni.
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