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In evidenza
In evidenza
(dell'inviato Fausto Gasparroni) (ANSA) - GIACARTA, 04 SET -
Tra le urgenze del mondo, oggi, c'è quella di contrastare
"l'estremismo e l'intolleranza", mentre in vari contesti la fede
viene "manipolata" per "fomentare l'odio" e "accrescere le
divisioni". Lo ha evidenziato papa Francesco durante la sua
visita in Indonesia - da lui indicata invece nel Libro d'onore
del Palazzo presidenziale di Giacarta come "luogo di incontro e
dialogo tra culture e religioni diverse" - nel discorso alle
autorità e alla società civile del Paese, dopo il colloquio col
presidente uscente della Repubblica, Joko Widodo. Riferendosi al
motto nazionale "Uniti nella diversità", il Papa ha sottolineato
come esso manifesti "bene questa realtà multiforme di popoli
diversi saldamente uniti in una sola Nazione", e come
nell'arcipelago di 17 mila isole, di cui seimila abitate, "le
differenze specifiche contribuiscono a formare un magnifico
mosaico, nel quale ogni tessera è insostituibile elemento per
comporre una grande opera originale e preziosa. E questo è il
vostro tesoro, la vostra ricchezza più grande". Secondo il
Pontefice, "questo saggio e delicato equilibrio, tra la
molteplicità delle culture e delle differenti visioni
ideologiche e le ragioni che cementano l'unità, va continuamente
difeso da ogni sbilanciamento": un compito, questo, che spetta
"in maniera speciale all'azione svolta dalla politica". Ed è
anche con l'aiuto della Chiesa cattolica, il cui desiderio è di
"incrementare il dialogo interreligioso", anche al fine di
"sconfiggere gli squilibri e le sacche di miseria, che ancora
persistono in alcune zone del Paese", che "si potranno eliminare
i pregiudizi e far crescere un clima di rispetto e fiducia
reciproca", indispensabile per "affrontare le sfide comuni, tra
le quali quella di contrastare l'estremismo e l'intolleranza, i
quali - distorcendo la religione - tentano di imporsi servendosi
dell'inganno e della violenza". Il Papa ha messo in guardia
dalle tendenze che, nel mondo, "ostacolano lo sviluppo della
fraternità universale", dai conflitti, dalle intolleranze e
prevaricazioni, e anche dalla mancanza di impegno per la
giustizia sociale, che alimenta i "crescenti squilibri". Ma non
solo: nel mondo, ha avvertito, "vi sono casi in cui la fede in
Dio viene continuamente posta in primo piano, ma spesso per
essere purtroppo manipolata e per servire non a costruire pace,
comunione, dialogo, rispetto, collaborazione, fraternità, ma per
fomentare divisioni e accrescere l'odio". Francesco ha infine
ricordato che "la pace è frutto della giustizia": "l'armonia
infatti si ottiene quando ciascuno si impegna non solo per i
propri interessi e la propria visione", ma "in vista del bene di
tutti, per costruire ponti, per favorire accordi e sinergie, per
unire le forze allo scopo di sconfiggere ogni forma di miseria
morale, economica, sociale, e promuovere pace e concordia". Il
presidente Widodo ha rimarcato che "questo spirito di pace e
tolleranza è ciò che Indonesia e Vaticano vogliono diffondere,
soprattutto nel mezzo di un mondo sempre più turbolento".
Intanto, i musulmani dell'Indonesia accolgono "con favore" la
visita di papa Francesco nel Paese. Anche in vista dell'incontro
interreligioso di domattina alla Moschea Istiqlal, il Consiglio
centrale di Muhammadiyah, una delle principali organizzazioni
islamiche dell'Indonesia - il Paese col maggior numero di
musulmani al mondo -, afferma in una nota che "la visita di papa
Francesco è un onore e un segno di rispetto per il popolo
indonesiano". Secondo Muhammadiyah, "è importante che
l'Indonesia usi la visita e l'incontro con il Papa come slancio
per avviare e sviluppare il suo ruolo nella pace mondiale in
modo più proattivo nel cercare soluzioni permanenti per il
futuro della Palestina coinvolgendo varie parti a livello
mondiale".
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