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Il Lione non la pagava incinta, calciatrice della Juve vince la causa

Il Lione non la pagava incinta, calciatrice della Juve vince la causa

Definitiva la sentenza della Fifa. L'islandese Bjork: "Mai più ricatti"

ROMA, 24 gennaio 2023, 14:02

Redazione ANSA

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Un gol alla prevaricazione e ai pregiudizi: lo ha messo idealmente a segno - con un'ipotetica rovesciata - la calciatrice della Juventus Women, Sara Bjork-Gunnarsdottir, 32 anni. L'atleta islandese ha vinto la causa contro il Lione per il mancato riconoscimento dell'intero stipendio che doveva esserle corrisposto durante la gravidanza.  Rimasta incinta a inizio 2021, la Bjork-Gunnarsdottir si era rivolta alla Fifpro per presentare ricorso alla Fifa.

 L'orgamismo che gestisce il calcio nel mondo ha stabilito che il club deve pagare l'importo, pari a 82.094 euro. "Finalmente racconto la mia storia dopo essere rimasta incinta a Lione, le cure che ho ricevuto durante la gravidanza e il ritorno in campo", ha fatto sapere la calciatrice via social nel giorno in cui, scaduti i termini di un eventuale ricorso, la sentenza e' diventata definitiva. "Avevo diritto al mio intero stipendio - ha spiegato via twitter -: questo non può essere contestato nemmeno da un grande club come il Lione. Questo non è 'solo un business'. Riguarda i miei diritti come lavoratrice, come donna ed essere umano. La vittoria è più grande di me. È una garanzia di sicurezza finanziaria per tutti i calciatori che vogliono avere un figlio durante la propria carriera".

Si tratta di un successo storico, che proietta il movimento calcistico femminile verso la conquista di nuovi traguardi sui diritti delle atlete. La sentenza dello scorso maggio era arrivata direttamente dalla Camera per le risoluzioni delle controversie della Fifa, che ha obbligato il Lione, la ex squadra della Bjork-Gunnarsdottir, a pagare 82.094,82 euro a titolo di compenso residuo e il 5% degli interessi maturati fra il 10 settembre 2021 e la data del versamento della quota dovuta.  Il sindacato FIFPro dei calciatori e delle calciatrici prof. ha annunciato la fine del caso che, in mancanza di un ricorso da parte del Lione, si è chiuso con la sentenza Fifa. Riavvolgendo il nastro, e ripercorrendo le tappe della lunga telenovela, va detto che la Bjork-Gunnarsdottir era stata ingaggiata dal Lione, la squadra di calcio femminile più vincente d'Europa, il primo luglio 2020 e sottoscritto un contratto fino al 30 giugno 2022.

A inizio marzo 2021 era arrivata la notizia della gravidanza, che la calciatrice ha comunicato al proprio club dopo circa un mese. Sara aveva tenuto per sé la notizia fino a quando è riuscita ad allenarsi e a giocare. Dopo avere riferito alla società la notizia della propria gravidanza venne esentata dalle attività della squadra e autorizzata a passare il resto del periodo in Islanda, per stare in famiglia e ricevere l'assistenza necessaria.  Fu a quel punto che si accorse di come il Lione aveva smesso di pagarla regolarmente: da aprile a giugno, infatti, le erano state versate solo piccole percentuali di stipendio, mentre il regolamento Fifa sui contratti della categoria prevedeva il versamento dell'intero salario per la durata della gravidanza fino al congedo di maternità. Sollecitò la retribuzione, ma il club rispose che non c'era alcunché di sbagliato nei mancati pagamenti. Da lì la decisione di rivolgersi alla Fifa, sostenuta dal sindacato FIFPro, malgrado il club le avesse già fatto sapere che - in caso di avviamento della controversia - in squadra per lei non ci sarebbe stato più spazio. L'islandese aveva ricevuto fino a quel momento 27.427 euro dei 111 mila previsti dal contratto per il periodo compreso tra aprile e settembre 2021. Ha chiesto e ottenuto, pertanto, il versamento degli 83 mila euro mancanti.

"Mio figlio adesso ha quasi un anno, ora gioco nella Juventus e sono molto felice. Ma voglio assicurarmi che nessuno debba mai più passare quello che ho passato io - ha aggiunto, in un articolo pubblicato sul sito The Player's Tribune, l'islandese -. Adesso voglio che il Lione sappia che quanto è successo non può essere considerato accettabile".

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