L'anatema di Rosaria Costa, vedova dell'agente Vito Schifani, contro i mafiosi che gli avevano ucciso il marito, lanciato durante i funerali dal pulpito del Pantheon di San Domenico, diventò il grido dolore di quella tragedia collettiva vissuta dal Paese con la Strage di Capaci. "Io vi perdono, però dovete mettervi in ginocchio...".
Rosaria Costa, rappresentò l'icona dolente di quei giorni tragici e terribili, aveva solo 22 anni quando si ritrovò vedova e con un bimbo di appena quattro mesi da crescere, oggi si è rifatta una vita e vive in Liguria. Il Emanuele, diventato ufficiale della Guardia di Finanza.
Di quel 23 maggio, Rosaria ricorda tutto, anche la promessa solenne davanti alla bara del marito, come ha dichiarato la stessa vedova negli anni passati: "L'ho visto con questo panno bianco in viso, gli ho potuto accarezzare solo la mano. E ho giurato davanti a quella mano che nostro figlio sarebbe diventato una bravissima persona e ho fatto di tutto per farlo crescere nella legalità. Il mio progetto, quello che ho giurato, l'ho portato a termine".
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