In tempi di quarantena e isolamento, la solidarietà dei vicini - finora limitata all'offerta di fare la spesa per gli anziani e le persone dei gruppi più vulnerabili - si sta estendendo in Brasile a un'altra categoria a rischio a causa delle misure contro il coronavirus: le vittime della violenza domestica, rinchiuse a casa con i loro aguzzini.
E così l'associazione femminista O Que Nao Nos Disseram (Quello che non ci hanno detto) ha lanciato su Instagram una campagna per garantire alle donne vittime di violenza all'interno delle loro case il diritto di rifugiarsi dove si possano sentire sicure, e di poter denunciare chi le aggredisce.
In un post sul social, l'associazione ha pubblicato la foto di una nota manoscritta appesa nell'ascensore di un palazzo di San Paolo, con un doppio messaggio: uno per gli aggressori e un altro per le loro vittime. Ai primi, si avverte che "con o senza pandemia, la violenza contro le donne è un crimine, e non potrete nascondervi dietro al Covid-19: abbiamo gli occhi aperti e chiameremo la polizia!".
In quanto alle vittime, il messaggio è che "non siete sole" e "se avete bisogno di aiuto, potete venire all'appartamento 602".
"Potete gridare, potete chiedere aiuto, la nostra porta è aperta per voi", conclude la nota. Nel testo che accompagna l'immagine, si sottolinea che a causa delle misure di isolamento sociale "questo virus ci trasforma in testimoni di crimini orribili perpetrati dietro la porta d'accanto, e non possiamo più fingere che non vediamo e non sentiamo. Siamo tutti a casa, e sappiamo tutti quello che sta avvenendo".
"Si sta già registrando un aumento di oltre il 50% dei casi di violenza domestica durante l'isolamento a causa del Covid-19, e solo una donna che è stata o è vittima della violenza sa quanto può essere disperante e terrificante non avere pace nemmeno dentro alla propria casa", sottolinea l'associazione femminista.
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