Le sanzioni contro la Russia
sull'export di petrolio hanno inizialmente portato "a un
notevole calo delle esportazioni" russe di greggio via mare, ma
da allora i volumi si sono ripresi e, nel complesso, sono "in
media rimasti praticamente invariati" rispetto ai livelli
pre-embargo di novembre 2022. E' quanto emerge da un focus della
Banca centrale europea sui flussi del petrolio russo. "Durante
le prime settimane dopo il 5 dicembre 2022, le esportazioni
russe di greggio trasportato via mare sono diminuite del 35%
poiché i flussi verso l'Ue sono diminuiti drasticamente", ma poi
"si sono riprese" grazie all'ulteriore "reindirizzamento" verso
i Paesi che non sanzionano, e ora sono praticamente tornate
come prima, spiega lo studio Bce. Sui prodotti raffinati,
invece, il reindirizzamento non sembra funzionare: dal 5
febbraio, data d'inizio dell'embargo europeo, c'è stato un calo
del 3%, per ora limitato ma più difficile da arginare perché
Paesi come Cina e India, che hanno accolto volentieri il
greggio, non sono interessati ai raffinati essendo loro stessi
grandi produttori.
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