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Agcom: vola l'e-commerce, 961 milioni di pacchi consegnati nel 2021

Agcom: vola l'e-commerce, 961 milioni di pacchi consegnati nel 2021

Corrono i ricavi dei big tech, in ripresa il settore dei media

ROMA, 29 luglio 2022, 15:06

Redazione ANSA

ANSACheck

Amazon © ANSA/EPA

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Italiani sempre più inclini a fare acquisti online, mentre volano i ricavi deol big tecnologici e il settore della telefonia mobile si conferma in mano ai tre operatori principali. A scattare la fotografia è l'Agcom nella relazione annuale alla Camera, da cui emerge la disparità tra Nord e Sud nella banda larga.

Vola l'e-commerce
"Nei servizi di consegna dei pacchi postali gli operatori presenti in Italia hanno consegnato, nel 2021, 961,3 milioni di pacchi, generando un fatturato di 6 miliardi di euro. La crescita dei valori risulta trainata dagli invii multipli non rientranti nel servizio universale, ascrivibili perlopiù ad acquisti di commercio elettronico (Business-to-Consumer)", si legge nella relazione. "Con specifico riferimento al 2021, i volumi dei pacchi postali sono cresciuti del 12% rispetto all'anno precedente, mentre i servizi di corrispondenza sono rimasti stabili", sottolinea l'Autorità. Il mercato postale, ha spiegato il presidente Giacomo Lasorella, si caratterizza per il "perdurante e accentuato calo dei servizi postali tradizionali, per effetto dei fenomeni di e-substitution, e l'aumento significativo del traffico dei pacchi, riconducibile al progressivo sviluppo del commercio elettronico".

Nell'arco temporale 2017-2021, rileva l'Agcom, i volumi dei servizi di consegna dei pacchi sono infatti quasi raddoppiati, mentre gli invii di corrispondenza si sono ridotti di quasi un terzo. "Il mercato postale - sottolinea Lasorella - continua a costituire un elemento chiave dell'economia e del commercio comunitario, essenziale per promuovere la coesione territoriale, sociale ed economica".

La corsa dei big tech
"Il valore dei ricavi realizzati su scala mondiale dalle principali piattaforme continua a crescere. Nel 2021, i ricavi conseguiti dai primi cinque operatori sono aumentati del 24%, superando i 1.100 miliardi di euro, e questi consolidano le prime posizioni in tutti i settori di attività in cui sono presenti", ha affermato Lasorella, ricordando che "il mercato delle piattaforme ha registrato, su scala globale, tra il 2012 e il 2021, una crescita media annua e un margine netto attorno al 16%, nonché una significativa crescita dei ricavi che, nell'anno passato, ha superato di oltre il 50% quella del 2019".

Per rimarcare "l'ampiezza e la pervasività del fenomeno", Lasorella ha sottolineato che "la frequenza con cui gli utenti commerciali fanno ricorso all'intermediazione delle piattaforme per effettuare vendite online è, in Italia, stabilmente più alta rispetto alla media continentale, essendo tale valore di 18 punti percentuali superiore a quello della media dell'Unione a 27 Paesi".

Il mercato della telefonia mobile è altamente concentrato
"Il mercato della telefonia mobile si conferma altamente concentrato dal punto di vista concorrenziale. Tre operatori, Tim, Vodafone e Wind Tre, con quote tra loro relativamente simili, intorno al 30%, rappresentano poco meno del 90% del mercato. Va tuttavia osservato come, nel corso del 2021, Vodafone e Wind Tre abbiano perso 2,2% punti percentuali in favore di Iliad e dei cosiddetti Mvno, gli operatori mobili virtuali, che registrano complessivamente un aumento del fatturato dell'8,3% rispetto al 2020", si legge nella relazione dell'Agcom.

Su internet da linea fissa restano differenze strutturali Nord-Sud 
"Nel mercato della rete fissa si conferma il trend di crescita del traffico dati, che registra un +15,9% rispetto al 2020" tuttavia "permangono alcune differenze strutturali tra le diverse macroaree del Paese. Al Nord-Ovest e al Centro la diffusione degli accessi con velocità maggiori di 100 Mbit/s è superiore rispetto alla media nazionale, mentre al Sud e nelle Isole i valori sono decisamente inferiori", si precisa nella relazione.

Nel mercato della rete fissa l'aumento del traffico dati è accompagnato dalla progressiva diffusione di servizi e contenuti offerti dalle piattaforme online. Il trend in salita, spiega l'Agcom, è riconducibile alla crescita degli abbonamenti broadband e ultrabroadband, la cui consistenza media ha raggiunto lo scorso anno 18,7 milioni di unità (+3,0% rispetto al 2020) equivalenti a 31,7 linee ogni 100 abitanti. Tim, rileva l'Autorità, si conferma primo operatore nel mercato con una quota superiore al 50% (51,6%, in calo dell'1,5% rispetto al 2020) seguito da Fastweb con una quota di mercato pari al 17,9% (in crescita dell'1,1% rispetto al 2020).

In ripresa il settore dei media
"Nel settore dei media, il 2021 mostra, dopo i risultati fortemente negativi del 2020, segnali di ripresa. Si continua tuttavia ad assistere a un generalizzato calo dei ricavi che - nell'ultimo quinquennio - è stato superiore a un miliardo di euro, seppur in presenza di un rilevante incremento degli introiti per il segmento del video on demand", ha detto Lasorella. "Le mutate abitudini di consumo degli utenti - ha detto ancora - si riflettono sulle decisioni assunte dagli inserzionisti in favore delle piattaforme online e ciò si traduce in una flessione dei ricavi che colpisce sia la televisione, in particolare quella satellitare a pagamento, sia la carta stampata, ormai in crisi strutturale da oltre dieci anni". "Nonostante l'evoluzione del settore - ha sottolineato ancora Lasorella -, l'incremento dei ricavi da pubblicità riconducibile a tutti i media è stato tale da compensare il calo registrato nel 2020 e, seppur con una riduzione di oltre 800 milioni rispetto al 2019, tale risalita si traduce in un aumento degli introiti totali di settore pari a 11,4 miliardi di euro (+2,5% nel 2021)".

"È proprio la ripresa della raccolta pubblicitaria della tv in chiaro a segnare la risalita dei ricavi del comparto televisivo (+4,1%, stimati in 7,9 miliardi di euro) - ha proseguito il presidente Agcom -. La riduzione delle entrate derivanti da abbonamenti su satellite e digitale terrestre ha coinciso con il rafforzamento delle quote di ricavi realizzati dalle piattaforme online attive nell'offerta di contenuti audiovisivi e la corrispondente riduzione del livello di concentrazione della tv a pagamento".

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