Le risorse del PNRR vanno spese
presto e bene e utilizzando in modo massiccio la certificazione
accreditata si potrebbe creare un valore aggiuntivo di 30
miliardi entro il 2023. E'' quanto si legge nello studio
dell'Osservatorio Accredia «La certificazione accreditata al
servizio del Recovery plan» curato dal Censis presentato oggi.
"Spendere presto e bene - si legge - è la sfida per le
istituzioni e la Pubblica Amministrazione. Servono perciò
strumenti utili a far coesistere la verifica del rispetto delle
regole con l'impiego rapido dei fondi. . Con un più ampio
ricorso alla certificazione accreditata - sostiene la ricerca -
"verrebbero amplificati anche i benefici ambientali e sociali,
per un valore stimato in 2,2 miliardi di euro annui, con impatti
positivi su ambiente (riduzione di emissioni inquinanti e
risparmio energetico), lavoro (riduzione degli infortuni sui
luoghi di lavoro), sicurezza alimentare (riduzione delle
malattie legate al cibo e dei relativi costi sociali). Ecco
perché è auspicabile - sottolinea lo studio - che ai fondi NgEu
vengano applicati criteri di accesso che stimolino il ricorso
alla certificazione accreditata. Così si risponderebbe ai dubbi
degli italiani. Ipotizzando l'obiettivo di arrivare a 150.000
imprese certificate sotto accreditamento (60.000 in più rispetto
alle attuali), si genererebbe un valore aggiuntivo pari a 30
miliardi di euro entro il 2023".
Secondo un sondaggio sulla spesa dei fondi del Recovery
contenuto nella ricerca il 75,5% degli italiani teme che dalla
pressione a spendere in fretta "possa derivare una riduzione dei
controlli, spianando la strada all'illegalità". La maggioranza
degli intervistati (il 56,4%) sostiene che le risorse vanno
spese velocemente, "ma con meccanismi affidabili di verifica del
rispetto di norme e regole". Per il 30,4% servono controlli
ferrei da parte dello Stato, anche a costo di rallentamenti.
Solo per il 6,5% "bisogna azzerare del tutto i controlli per
spendere le risorse con la massima celerità".
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