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'Sarà l'Avventura', Carlo Fontana racconta la sua vita in teatro

'Sarà l'Avventura', Carlo Fontana racconta la sua vita in teatro

Dalla Scala allo scontro con Muti, alle sfide per il futuro

MILANO, 13 dicembre 2023, 15:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Era il 1952: inizia così 'Sarà l'avventura. Una vita per il teatro' (Il Saggiatore, pp. 320, 27 euro) il libro in cui Carlo Fontana racconta la sua vita professionale. Era quella la prima volta che, a soli cinque anni, metteva piede alla Scala. E fu amore a prima vista. Una fede socialista (di famiglia) mai rinnegata, Fontana ha iniziato la sua carriera al Piccolo Teatro accanto a Paolo Grassi, un maestro da cui apprendere. Affascinante il racconto della politica culturale di quegli anni portata avanti dal teatro. Ma è solo un inizio. Fontana diventa critico teatrale dell'Avanti! e poi viene chiamato alla Scala proprio da Grassi che nel frattempo ne era diventato sovrintendente. Nel 1979 diventa amministratore delegato della Fonit Cetra che inserisce nel circuito internazionale delle case discografiche. Esordisce convincendo Luciano Pavarotti a chiedere alla Decca, con cui aveva l'esclusiva, di permettere la pubblicazione da parte della Fonit di alcune arie verdiane da poco ritrovate, che il maestro aveva inciso con l'orchestra della Scala diretta da Claudio Abbado. Ma non c'è solo la musica lirica, e così nomina direttore della musica leggera Mara Maionchi. Sono aneddoti che raccontano il desiderio di sfide culturali, da un lato per rendere l'opera (e non solo) accessibile a tutti, dall'altro per realizzare cose mai fatte, al passo con i tempi.
    Anche per questo, quando passa dalla casa discografica alla direzione della Biennale di Musica di Venezia, decide di impegnarsi per realizzare Prometeo, composizione di Luigi Nono e libretto di Massimo Cacciari e allestimento scenico (complesso a dir poco) di Renzo Piano. Seguono gli anni come sovrintendente del Comunale di Bologna, che chiama 'Bologna Felix', dove coltiva il rapporto con giovani direttori, poi arrivati alla fama mondiale, come Daniele Gatti e Riccardo Chailly. Ma "finalmente" il 3 ottobre 1990 arriva lei, la Scala. Fontana racconta dell'impegno per renderla moderna: quello che si traduce nei lavori di restauro che hanno portato alla riapertura il 7 dicembre 2004, ma anche quello che le ha permesso di essere il primo teatro in Italia con un sito internet. Mani pulite non lo tocca. "Ti abbiamo rivoltato come un calzino ma eri pulito" gli ha detto anni dopo l'ex procuratore Gerardo D'Ambrosio. E c'è il rapporto con Riccardo Muti, direttore musicale della Scala, che ha apertamente lavorato per cacciarlo. La vicenda, con i toni della telenovela, è andata avanti mesi. Tanti i tentativi fatti dall'allora sindaco Gabriele Albertini e non solo di convincerlo a dimettersi, proponendogli denaro e incarichi. Fontana ripercorre la vicenda il suo stile, ironico, asciutto ed essenziale, lasciando parlare le lettere scambiate con Muti e con Albertini. Ma certo non deve essergli dispiaciuto che al suo sostituto, Mauro Meli, nominato nel febbraio 2005 contestualmente al suo 'licenziamento', i lavoratori non abbiano permesso di entrare in ufficio o nel palco del sovrintendente. E nemmeno che l'orchestra abbia sfiduciato Muti, di fatto costringendolo alle dimissioni lo stesso aprile.
    Ma Fontana non si sofferma. Parla del lavoro al Regio di Parma, dell'incarico di presidente Agis e del nuovo incarico alla guida di Impresa Cultura di Confcommercio e soprattutto di come ora devono cambiare paradigma le istituzioni culturali del futuro. "C'è urgenza di innovazione nella formazione e nelle competenze, parola chiave per creare le condizioni migliori alla realizzazione del fine ultimo del nostro lavoro: il prodotto culturale. Arte che parli al nostro tempo guardando al futuro".
   
   

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