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Morto Rickman, quando a Giffoni disse 'Ragazzi, attenti alla rete'

Morto Rickman, quando a Giffoni disse 'Ragazzi, attenti alla rete'

Ultima intervista all'Ansa dell'inviata Nicoletta Tamberlich

14 gennaio 2016, 14:26

Redazione ANSA

ANSACheck

Alan Rickman © ANSA/AP

Alan Rickman © ANSA/AP
Alan Rickman © ANSA/AP

Questa l'intervista concessa da Alan Rickman in esclusiva all'inviata dell''ANSA, Nicoletta Tamberlich, il 23 luglio 2014 in occasione del Giffoni Film Festival, di cui era ospite e dove ricevette il Giffoni Truffaut Award.

Niente bacchetta, ne' mantello, occhi che tradiscono una finta severita' in verita' solo in apparenza, con i ragazzi sempre sorridente, con la stampa piu' professionale: Alan Rickman, l'inflessibile professor Severus Piton, il mago mezzosangue di Harry Potter, e' stato ospite del Giffoni Experience.

"A Little Chaos e' pronto, il film chiudera' il prossimo Festival di Toronto, io interpretero' Luigi XIV, il Re Sole". Abbandonati i panni del Professor Piton, Rickman parla del suo  prossimo film che lo vede regista oltre che attore. Nel cast Kate Winslet, Stanley Tucci e Matthias Schoenaerts. "Per terminarlo ci sono voluti 18 mesi di lavorazione - spiega l'attore inglese -. Il film viaggia su un doppio binario tra realta' e fantasia. Al centro della storia c'e' la costruzione della splendida fontana della Reggia di Versailles. Per il progetto viene scelta l'architetto Sabine De Barra, interpretata da Kate Winslet, una donna. Una scelta fatta per il film perche' ovviamente sarebbe stato impossibile all'epoca. L'architetto si trovera' a fronteggiare le fitte trame politiche e maschiliste della corte".

"Dietro il film, pero', c'e' molto altro - precisa Rickman - e' anche un film femminista, scritto da una donna, Allison Deegan, contro la visione della donna considerata solo come oggetto. Ma e' anche una bellissima storia d'amore. C'e' stato un grande sforzo produttivo, non tornero' presto dietro la macchina da presa". Nessuna domanda politica e' la richiesta che arriva ai cronisti dal suo staff, ma lui risponde lo stesso. "Non penso che solo perche' siamo famosi e abbiamo un microfono si debba pontificare su tutto e anche su situazioni cosi' complicate come i conflitti mondiali. Nello stesso tempo ritengo che ciascuno di noi nella vita privata abbia i propri valori e le proprie idee.  Bisogna bilanciare lato pubblico e privato. Io sono un attore, dunque il mio stesso strumento di lavoro. Quello che posso dire e' che sono impegnato nella formazione di di chi sceglie di intraprendere questa strada, e la prima cosa che dico loro e' di non concentrarsi sulla recitazione, ma di sentire musica, andare al museo, leggere i giornali, guardarsi intorno, conoscere. Quel che aiuta gli attori sono le sceneggiature". 

Con i fan alla Cittadella del Cinema parla della sua esperienza sul set della saga piu' famosa del cinema recente. "Durante le riprese dei film di Harry Potter i tre giovani attori (che interpretano rispettivamente Harry Potter, Ron Weasley e Hermione Granger) hanno dovuto sostenere una mole di lavoro incredibile per dei semplici ragazzi". 

L'attore, che  ha ricevuto il Giffoni Truffaut Award dai giovani giurati del Festival, sara' nelle sale italiane dal 18 settembre con "Una Promessa" di Patrice Laconte, presentato lo scorso anno fuori concorso alla Mostra di Venezia e distribuito da Officine blu. Le hanno mai proposto serie tv? "Non so cosa portera' il futuro. Penso che sia importante pensare al presente ed analizzare il presente. Penso che nelle nostre case ci siano televisioni con impianti e schermi e audio sempre piu' sofisticati. Anche le serie televisive stanno diventando sempre piu' importanti, agli Emmy si affacciano piattaforme web come Netflix che non vanno neanche in tv: con questo bisognera'  prima o poi fare inevitabilmente i conti, perche' e' il futuro che avanza. Il mondo cambia, ma non sempre in meglio. Se al cinema si dovra' andare per vedere solo dei megacartoon... penso a quando ero piu' giovane andavamo al cinema a vedere pellicole del calibro di 'Tutti gli uomini del presidente'. Ora i film d'autore trovano sempre piu' difficolta' ad essere prodotti e a questo si aggiunge il fatto che bisogna convincere le persone a uscire di casa. Tanto piu' che ci sono delle serie tv davvero molto interessanti che vanno in onda sul cavo. E per fare serie  tv devi firmare per sette anni".

Ama piu' il teatro o il cinema? "La cosa che mi piace di piu' del mio lavoro e' il silenzio che si crea in sala durante la proiezione di un film. Ma se devo confessare il mio focus, pero', e' sul teatro, che per me e' una religione". Sul tema del festival, 'Be different', Rickman osserva: "I ragazzi di oggi sono sotto pressione dai social media, dai bulli, costantemente impegnati ad essere conformati. La loro vita sara' anche bella, ma e' difficile. Penso anche ai tanti ragazzi che si suicidano a causa della rete". Si e' mai sentito diverso? "Da ragazzo quando mio padre e' morto avevo solo 8 anni e mia mamma ha dovuto crescere 4 figli da sola". Cosa ha insegnato la saga di Harry Potter ai ragazzi? "Li ha avvicinati ai libri".

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