L'arte di Gentile da
Fabriano svelata da fiori e suolo, questo l'incontro promosso
dalla Fondazione Aristide Merloni di Fabriano in collaborazione
con l'Università Politecnica delle Marche su uno studio sul
Polittico di Valleromita (1410-1412) custodito nella Pinacoteca
di Brera. Per verificare l'ipotesi che il luogo di ispirazione
dei prati fioriti ai piedi dei santi nel polittico possa
trovarsi nell'area dell'Eremo di Santa Maria di Valdisasso, dove
si trova una copia del dipinto, "è stato condotto uno studio
botanico e pedologico dei docenti Marina Allegrezza e Giuseppe
Corti. Lo studio si è focalizzato in quest'area perché nota a
Gentile da Fabriano, ma anche perché ancora oggi ospita
condizioni analoghe a quelle raffigurate nel polittico",
premettono dalla Fondazione. E le conclusioni dell'indagine
dimostrano che il capolavoro è stato dipinto ispirato dai
paesaggi di Fabriano. "L'analisi floristica, seppur preliminare,
ha permesso di identificare con discreta sicurezza 18 specie di
cui 7 ancora dubbie. Sulla base del periodo di fioritura delle
entità che nel polittico risultano fiorite si può desumere che
l'opera sia stata realizzata nel periodo riconducibile ad
aprile-maggio. Per quanto riguarda il luogo o i luoghi che
potrebbero aver ispirato il pittore, sulla base dei risultati
ottenuti si ipotizza che per le pale di San Girolamo, San
Francesco d'Assisi, San Domenico e Santa Maria Maddalena il
pittore possa essersi ispirato ai prati del Rogedano di Fabriano
in cui 10 delle 18 specie identificate nel dipinto sono
attualmente comuni. Invece, per la pala di una delle cuspidi
raffigurante un santo francescano (Sant'Antonio da Padova o San
Tommaso d'Aquino) l'ipotesi è che sia stata realizzata nei
pressi dell'Eremo. L'ipotesi dell'ambientazione dei prati
fioriti del Monte Rogedano a Fabriano "è avvalorata dalle
analisi del suolo le quali indicano che, nel periodo in cui
Gentile da Fabriano dipingeva il polittico di Valleromita,
quelle aree ospitavano un pascolo maturo del tutto analogo
all'attuale da almeno otto secoli".
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