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Ucraina: studentessa accolta da famiglia a Palermo

Ucraina: studentessa accolta da famiglia a Palermo

Rimarrà a studiare nel Gonzaga campus

PALERMO, 09 dicembre 2022, 17:17

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   A 16 anni rischiava di ritornare in Ucraina, ancora martoriata dalla guerra ma grazie a una famiglia di alcuni ragazzi che frequentano il liceo del Gonzaga Campus, è rimasta a Palermo. Josephine continuerà il suo percorso scolastico dentro il campus. Come lei, tanti altri giovani (ucraini, siriani e iracheni), tutti rifugiati con alle spalle i drammi dei loro Paesi di origine, hanno trovato un porto sicuro e la possibilità di poter continuare gli studi, inserendosi nei percorsi scolastici ed educativi del Gonzaga Campus (alla Scuola dell'Infanzia, alla Scuola Primaria, all'International School Palermo, alla Scuola di Italiano per adolescenti e adulti stranieri e alle attività della Polisportiva). Il prossimo 16 dicembre - insieme a studenti, genitori e docenti - è prevista una cena natalizia di solidarietà tutta improntata allo scambio interculturale con cibi ucraini e l'ascolto di alcune testimonianze. Dentro il campus - dice l'istituto - sta crescendo pure, con un buon numero di iscritti, la Scuola di lingua e cultura italiana per stranieri che viene gestita dai volontari, in collaborazione con il Centro Astalli. Josephine, infatti, oltre alla scuola internazionale, dentro il campus frequenta pure la Scuola d'italiano per stranieri e pratica la pallavolo. "Sono arrivata a Palermo in agosto lasciando in Ucraina i miei genitori - racconta Josephine -. Da poco più di un mese è iniziata per me davvero una nuova vita presso la famiglia che mi sta ospitando dove mi trovo bene. Il mio pensiero e la mia preoccupazione vanno però sempre ai miei genitori che sono rimasti nel mio Paese. Con loro, fortunatamente, ci sentiamo spesso. A scuola sono tutti molto buoni con noi. Spero che la guerra finisca al più presto e che il mio paese e Kharkiv possano essere ricostruiti e diventare belli come Palermo. Grazie a tutti perché non mi sento sola". "Avendo già due figli, Josephine è stata accolta per noi come la terza figlia - dice pure la mamma affidataria della ragazza -. Avevamo già, subito dopo lo scoppio della guerra, manifestato la nostra disponibilità ad accogliere a casa nostra una persona rifugiata minorenne. Il paese della ragazza è stato distrutto quasi tutto. Con la sua famiglia si era rifugiata nello scantinato del palazzo. La sua mamma ha deciso di restare a fianco del marito. Sappiamo, purtroppo, che hanno pochissima energia elettrica anche in questo periodo invernale.
    Sia di lei che degli altri giovani ucraini che, spesso sono stati a casa nostra, percepiamo che sono molto forti e hanno una grande capacità di adattamento ad una situazione di vita completamente nuova". Sono 12 i bambini e i ragazzi ucraini accolti nel campus: 8 adolescenti, dai 14 ai 17 anni, sono stati inseriti al Gonzaga International School Palermo dove, grazie all'insegnamento in lingua inglese, riescono a comunicare più facilmente con i compagni di scuola e ad ambientarsi con più facilità nel nuovo contesto scolastico. Gli altri 4 più piccoli, dai 3 ai 10 anni, sono stati inseriti alla scuola dell'infanzia e alla scuola primaria. A loro si aggiungono pure degli studenti siriani ed iracheni. "Io e mio fratello siamo arrivati in Italia poco dopo lo scoppio della guerra nel nostro Paese - dice Danil, altro ragazzo ucraino -. I primi giorni sono stati molto faticosi: in un Paese e una città completamente nuovi, avevamo una quotidianità da ricostruire e una lingua totalmente sconosciuta da imparare." "Io e gli altri ragazzi ucraini siamo stati fortunati - racconta Sasha, anche lui studente ucraino - anche perché abbiamo instaurato un buon rapporto di amicizia con i nostri nuovi compagni di scuola. La nostra vita di prima e il nostro Paese ci mancano. Tutti noi vorremmo che la guerra finisca per poter ritornare a casa e riabbracciare le nostre famiglie. Nel frattempo, però, è importante riuscire a continuare gli studi per avere la possibilità di costruirci un futuro." 

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