Dai centri di detenzione libici all'accoglienza in Italia: è la storia che accomuna 27 persone, ragazzi, ragazze, uomini e donne particolarmente vulnerabili che, dopo essere state evacuate con un volo umanitario dalla Libia dove già erano assistite dai team di Medici senza frontiere, avranno finalmente la possibilità di immaginare un nuovo futuro per loro e per le loro famiglie.
Tra queste, circa la metà, tra cui alcune donne e i loro bambini, sono state ospitate in appartamenti messi a disposizione da MSF e saranno seguite dall'ambulatorio interdisciplinare per sopravvissuti a violenza intenzionale e tortura gestito in collaborazione con l'Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Palermo. Le altre persone saranno ospitate in altre strutture d'accoglienza sul territorio italiano e continueranno ad essere seguite dalle équipe di MSF per un follow-up quando necessario. "Avranno il necessario per ricominciare a vivere una vita normale - dice Giorgio Calarco, responsabile medico del progetto di Palermo di MSF - Contestualmente saranno seguite dal punto di vista medico e psicologico e saranno accompagnate in un percorso di accoglienza e supporto per garantire loro una continuità di cure e l'accesso ai servizi del Sistema Sanitario Nazionale". "Nell'ambito di un sistema integrato tra pubblico e privato, l'Asp di Palermo, in collaborazione con gli operatori di MSF, è lieta di poter prendere in carico queste persone e di poter fornire loro l'assistenza sanitaria di cui hanno bisogno - dice Ornella Dino, medico responsabile Promozione Salute Migranti dell'ASP di Palermo - Attraverso un servizio sociosanitario multidisciplinare, avranno la possibilità di essere inserite in percorsi terapeutici adeguati alle loro necessità".
I migranti, provenienti soprattutto da Eritrea, Sudan e Somalia, e rimasti bloccati in Libia per mesi o anni, sono arrivati in Italia il 30 giugno dopo essere stati evacuati attraverso un volo umanitario organizzato da Comunità di Sant'Egidio, FCEI, Tavola Valdese, UNHCR, Ministero degli Interni e degli Affari Esteri.
"È una grande soddisfazione aver potuto evacuare alcuni nostri pazienti che già seguivamo in Libia. La maggior parte di loro ha subito abusi, torture e violenze e vogliamo garantire loro delle cure specialistiche per la loro riabilitazione" dice Edmond Tarek Keirallah, capo progetto di MSF a Palermo. "Tuttavia, il numero dei corridoi umanitari dalla Libia è ancora troppo esiguo. Per questo il nostro obiettivo è anche rafforzare i canali di evacuazione per trasferire i nostri pazienti dalla Libia verso paesi sicuri come l'Italia e continuare a provvedere che vengano inseriti in un percorso medico adeguato" conclude.
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