(ANSA) - ROMA, 21 APR - Arrestato nel 1997, il 'pentito'
Gaspare Spatuzza, condannato per 41 omicidi e le stragi di
Capaci e Via D'Amelio, è ormai da 25 anni in regime di
detenzione, anche se da tempo si tratta non di carcere ma di
custodia domiciliare in località protetta, e adesso chiede anche
lui - come hanno già fatto tanti collaboratori di giustizia - di
tornare in libertà. Per questo la sua legale, l'avvocatessa
Valeria Maffei - come anticipato dal Corriere della Sera - ha
fatto ricorso alla Cassazione contro la decisione del Tribunale
di Sorveglianza di Roma che ha ritenuto ancora non
sufficientemente maturo il suo percorso di collaborazione.
A prendere la decisione sono chiamati gli 'ermellini' della
Prima sezione penale della Suprema Corte, collegio presieduto da
Carlo Zaza, relatore del caso il consigliere Filippo Casa.
Dalla sua parte, Spatuzza ha la provata affidabilità delle sue
ricostruzioni riscontrata in tanti processi. Rilevanti e di
primo piano quelle che hanno smascherato i depistaggi sulla
strage nella quale è rimasto ucciso il giudice Paolo Borsellino
con la sua scorta. Ha confessato di avervi preso parte, come
all'eccidio di Capaci, e ha consentito così che sette persone
ingiustamente condannate riacquistassero la libertà.
Ora vuole la sua e spera di passare all'incasso dell'aiuto
dato al corso della giustizia. Ma contro di lui, - boss della
famiglia palermitana di Brancaccio, responsabile anche del
rapimento e dell'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo - c'è
una circostanza non marginale. Il suo 'pentimento' è arrivato
solo nel 2008 quando sulla sua testa già erano fioccate condanne
all'ergastolo, fatto che lo ha messo 'fuori' dal circuito
premiale. Ad ogni modo, in suo favore Spatuzza ha 'esibito' ai
supremi giudici il nulla osta alla libertà condizionale espresso
dalla Procura di Caltanissetta e dalla Direzione nazionale
antimafia.
Recentemente, nel Borsellino quater svoltosi nell'ottobre
2021 in Cassazione, il rappresentante della procura della
Cassazione, l'Avvocato generale dello Stato, Pietro Gaeta, ha
definito il contributo dato da Spatuzza - nella difficile e
ostacolata ricerca della verità - come "una pietra angolare".
Anche l'esortazione della Consulta al Parlamento a rimeditare
l'ergastolo ostativo, è un altra freccia all'arco della difesa
del 'pentito' che ha sparso tanto sangue. Tra le sue vittime,
padre Pino Puglisi - ora 'beato' - ucciso il 15 settembre '93 a
Palermo, con un colpo di pistola sparatogli nel giorno del suo
56simo compleanno da Salvatore Grigoli, anche lui diventato
collaboratore di giustizia, e Spatuzza, che hanno accusato i
capimafia Filippo e Giuseppe Graviano di essere i mandanti del
delitto.
In queste ore è atteso il verdetto della Cassazione che
potrebbe accogliere la richiesta di Spatuzza ordinando al
Tribunale di Sorveglianza di riesaminare nuovamente con occhio
più clemente la richiesta di 'liberazione'. (ANSA).
Mafia, Cassazione decide su libertà pentito Spatuzza
Ricorso contro Tribunale sorveglianza che ha detto 'no'
