L'obbligo di Green Pass è meglio
della chiusura forzata, ma avrà un grave impatto sulle attività
economiche: restringere l'accesso ai soli possessori del pass
rischia di far perdere in Piemonte 120 milioni di fatturato alle
attività turistiche e ai pubblici esercizi (25 milioni per i
soli bar e ristotanti): a stimarlo è Confesercenti.
"Favorire la massima copertura della popolazione con le
vaccinazioni deve essere una priorità - dice il presidente
Giancarlo Banchieri - ma non si utilizzi il certificato come
arma, penalizzando ancora una volta in modo ingiustificato le
imprese. In particolare, i pubblici esercizi che stando alle
indiscrezioni circolanti sulla stampa sarebbero tra i primi ad
essere sottoposti all'obbligo di Green Pass.
Una quota tra il 30 ed il 40% dei bar e dei ristoranti ancora
non ha dehors o tavoli all'esterno, il più delle volte perché
non ci sono spazi esterni adeguati. Anche se con il Green Pass
rimarrebbe possibile l'ingresso all'interno del locale, si
ridurrebbe notevolmente la platea dei clienti, in particolare se
si deciderà di restringere l'accesso ai soli vaccinati con due
dosi, che attualmente sono solo il 51% della popolazione
italiana. Si metterebbe inoltre in grave difficoltà gli
imprenditori, costretti a ricoprire l'inopportuno ruolo di
agenti di pubblica sicurezza per procedere al controllo del
certificato. Meglio di una chiusura totale, certo: ma è comunque
un deludente ritorno alle restrizioni del recente passato: una
doccia gelata che rischia di spegnere l'entusiasmo e la voglia
di ripartire che erano stati favoriti dal ritorno in 'zona
bianca' dell'intera Italia. Si può e si deve favorire una
maggiore copertura vaccinale, incentivando al massimo la
popolazione, ma senza mettere ancora di più in crisi settori
economici già duramente colpiti dalle prime tre ondate".
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