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Genova riscopre il monumento funebre di Luca Fieschi

Genova riscopre il monumento funebre di Luca Fieschi

Sarà al centro del riallestimento del museo diocesano

GENOVA, 20 novembre 2020, 19:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Un viaggio nella Genova del 1300 sulle tracce della famiglia Fieschi, attraverso il monumento del Cardinale Luca Fieschi, collaboratore di Bonifacio VIII e nipote di due papi, una delle opere funebri più importanti del medioevo genovese e punti di forza della collezione del Museo Diocesano, che lo ospita dal 1991. Un progetto che, assieme alla parte più monumentale, la cassa, le statue, gli angeli e i leoni, ne recupera anche i frammenti architettonici per restituire parte dell'imponenza e del prestigio originale. "Abbiamo trovato in un deposito 124 frammenti architettoni in marmo - spiega Giovanni Tortelli che ha curato l'allestimento - che facevano parte di una macchina gigantesca che, anche se non è possibile ricostruire, potrà essere comunque evocato in tutta la sua imponenza". La ricostruzione del monumento diventa punto di partenza per la rinascita del Museo grazie anche al contributo della Compagnia San Paolo e la sponsorizzazione di Coop Liguria. "Il nostro museo, che quest'anno compie vent'anni di vita - spiega Paola Martini, direttore del Museo Diocesano - è stato attivo anche in un momento difficile come questo. Il nuovo allestimento permette di dare una nuova luce".
    Un racconto che guiderà i visitatori attraverso i primi secoli della cristianità genovese per giungere di fronte a questo monumento funebre che rappresenta uno dei simboli del potere religioso e politico della Genova medievale. "Noi abbiamo una grande storia da raccontare - ha detto l'arcivescovo di Genova, Mons. Marco Tasca - artistica, culturale e scientifica e dobbiamo impegnarci in questa bella sfida. In questi mesi sto scoprendo la connessione forte che c'è tra chiesa e città e questa è una cosa che mi piace molto di Genova".
    E il presidente della Liguria Giovanni Toti dice: "Abbiamo sempre cercato di non fermarci in questo tempo, cultura compresa, per mantenere sempre lo sguardo verso il futuro perché il Covid finirà e noi dovremo essere pronti". "La cultura non si ferma perché è la forza motrice dei nostri comportamenti dell'uomo - ha concluso il sindaco di Genova, Marco Bucci - e l'arte serve a costruirla".
   

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