Contribuire a fissare alcuni
principi che possano indirizzare le politiche future in materia
di intelligenza artificiale, "ponendo al centro l'agire
dell'uomo quale presupposto essenziale per lo sviluppo e
applicazione". Mira a questo obiettivo la Carta di Trieste sulla
intelligenza artificiale, un nuovo strumento che intende
"indicare la strada" allo sviluppo dell'Ia, con "un approccio
che ne consideri gli impatti etici, regolatori, sociali ed
economici".
La stesura della Carta, che si compone di 10 articoli, è
stata promossa dall'associazione culturale Studium Fidei e
realizzata con il contributo di un comitato etico-scientifico
composto da giornalisti, medici, ricercatori, docenti
universitari, avvocati, imprenditori. Fake news che condizionano
l'opinione pubblica, testi e immagini "rubate" e modificate in
barba ai diritti di tutela della proprietà intellettuale,
algoritmi che si sostituiscono ai giornalisti, il timore della
perdita dei posti di lavoro, i riflessi sull'economia, la tutela
dei minori e dei più deboli, la garanzia della privacy anche in
ambito sanitario: sono questi i temi da cui sono partiti i
lavori dell'associazione. Nell'articolato ci sono quindi
riferimenti a etica, diritti fondamentali della persona,
trasparenza, tutela dell'informazione giornalistica e della
salute, economia, diritto d'autore e l'uso dell'Ia nelle guerre.
"Vogliamo presentare un sentiero - ha spiegato il presidente
di Studium Fidei, monsignor Ettore Malnati, in occasione della
presentazione della Carta, oggi a Trieste - dal quale si può
arrivare a una strada e a un'autostrada. Non poniamo freni o
acceleratori: diciamo com'è la situazione e come possiamo, dal
punto di vista deontologico, offrire una prospettiva che può
essere utile a tutti in una dimensione laica, avendo come
fondamento la Carta dei diritti dell'uomo del 1948".
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