Sempre più stranieri fanno impresa in
Italia. Sono 657.000, il 10% in più in 5 anni. Le imprese
straniere crescono sensibilmente anche nel 2023 mentre quelle
con titolari italiani nello stesso periodo sono diminuite del
3%. I dati Unioncamere-InfoCamere aggiornati al 30 giugno 2023
sulle imprese straniere iscritte al Registro delle imprese delle
Camere di commercio indicano un saldo positivo per 14.500 unità
nei primi sei mesi di quest'anno, frutto di 35.501 iscrizioni e
20.923 cessazioni. Alla provincia di Prato resta il primato con
1 impresa di stranieri su 3, il 33% ma al secondo posto si
classifica Trieste (20%), poi Firenze (18%).
Tra i diversi settori primeggia il commercio soprattutto per
i cittadini marocchini, le costruzioni per i titolari romeni e
manifattura e intrattenimento per i cinesi.
"L'Italia delle imprese è sempre più multietnica - ha
commentato il presidente di Unioncamere, Andrea Prete - e questo
è un bene perché fare impresa aiuta ad integrarsi e perché si
pone un freno alla denatalità, fenomeno che coinvolge l'Italia e
che non può alla lunga non ripercuotersi sul sistema
imprenditoriale. Se la concorrenza è leale è la benvenuta e
migliora il tessuto delle imprese". A trainare l'imprenditoria
straniera nel primo semestre 2023 sono stati i settori delle
costruzioni e dei servizi (+3% su base annua) che insieme
rappresentano il 44% del totale, insieme all'agricoltura (+5%).
Il commercio registra una lieve frenata (-0,7%) ma resta il
settore più rappresentativo con oltre 261mila imprese. La
maggior parte delle imprese straniere si concentra nel Nord
Ovest, a partire dalla Lombardia (il 31% del totale).
All'estremo opposto la provincia con la minore incidenza è
Barletta-Andria-Trani (2,5%). Restringendo l'analisi alle
imprese individuali, Marocco, Romania e Cina sono i Paesi da cui
provengono la maggior parte dei titolari d'azienda (34% del
totale) seguiti da Albania, Bangladesh e Pakistan (19%).
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