La sentenza della Corte
costituzionale sul caso Cappato "ha valore di legge: è
intervenuta per colmare un vulnus rilevato nell'ordinamento".
Allo stesso tempo "gli stessi giudici richiamano il Parlamento a
legiferare per eliminare discriminazioni, per garantire tutte le
scelte di fine vita che le persone nella piena consapevolezza
effettuano". Una nuova legge "deve quindi partire dalla
sentenza, non può fare un passo indietro". Lo ha sottolineato la
segretaria nazionale dell'associazione Luca Coscioni, Filomena
Gallo, durante una conferenza stampa sul caso di Anna, la 55enne
triestina che ha avuto accesso al suicidio assistito con
l'assistenza completa del Servizio sanitario nazionale.
La sentenza Cappato, ha ricordato Gallo, "ha valore di legge,
entra in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta
ufficiale, avvenuta in questo caso il 27 novembre 2019. Dal 28
novembre è quindi direttamente applicabile". Ora "servirebbe una
legge che legalizzi l'eutanasia nel nostro Paese".
Ripercorrendo le tappe della vicenda di Anna, Gallo ha fatto
riferimento al ruolo del Ssn: "L'azienda sanitaria ha messo in
contatto la famiglia e Anna con il medico che si sarebbe recato
a casa della donna per preparare il farmaco, fermo restando che
quel medico ha fornito la sua disponibilità su base volontaria
ed è stata Anna a pigiare il pulsante del macchinario che ha
messo in circolo il farmaco letale".
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