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Migranti: Altraeconomia, protezione anche per i non ucraini

Migranti: Altraeconomia, protezione anche per i non ucraini

A Convegno Balducci denunciata anche esternalizzazione frontiere

UDINE, 01 ottobre 2022, 19:51

Redazione ANSA

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Il meccanismo della protezione temporanea attivato per gli oltre 9,5 milioni di profughi dall'Ucraina in Europa - che hanno ottenuto subito il diritto all'alloggio e al lavoro - è una "chimera" per quanti fuggono dall'Afghanistan o da altri Paesi, e che avrebbero lo stesso diritto di ottenere protezione internazionale. Lo ha sottolineato Duccio Facchini, direttore di Altraeconomia, intervenendo al Convegno del Centro Balducci di Zugliano (Udine) intitolato, come uno dei libri del fondatore del Centro, don Pierluigi Di Piazza, "Non girarti dall'altra parte".
    Ma per l'agenzia europea Frontex - ha proseguito Facchini, autore del libro "Respinti. Le sporche frontiere dell'Europa" - le 188 mila persone che tra 2021 e agosto 2022 hanno cercato di raggiungere l'Europa sulla rotta balcanica, subendo respingimenti e violenze, sono definite "attraversamenti illegali della frontiera". Mentre in Europa si considerano i profughi e migranti spinti dal governo bielorusso verso la Polonia non vittime, ma arma di un "attacco ibrido".
    Sui respingimenti in mare si è soffermato Luciano Scalettari, presidente di ResQ People Saving People, Ong italiana che dal 2021 opera nel Mediterraneo. Efficace un video girato dall'equipaggio della sua nave, arrivato a soccorrere un'imbarcazione di migranti in difficoltà solo poco dopo una motovedetta della Guardia costiera libica che li ha recuperati.
    E, per Scalettari, forse riportati nell'inferno dei lager libici. Un episodio che "efficacemente descrive - ha osservato Gianfranco Schiavone, presidente Ics (Consorzio italiano di solidarietà) di Trieste - la politica di esternalizzazione delle frontiere in cui l'Europa affida a Paesi terzi la gestione dei migranti ma non le misure per tutelarne i diritti.
    All'incontro si è collegato anche il giornalista Rai Valerio Cataldi, che si è soffermato sulla rotta dei migranti dal Senegal alle Canarie, tra le più pericolose, e ha confrontato la diffusa terminologia criminalizzante del fenomeno migratorio con quella, positiva e carica di speranza, usata nei paesi d'origine dei migranti stessi.
   

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