"È in atto una rivoluzione
climatica. Per mitigare i danni ai vigneti occorre un approccio
sempre più scientifico e professionale": è quanto ha detto
all'ANSA, Riccardo Cotarella, presidente nazionale Assoenologi,
parlando dell'imminente vendemmia e di quanto sta accadendo a
livello meteorologico sull'Italia. "Ho sempre pensato che il
cambiamento climatico, in corso dalla fine del secolo scorso,
sia stato un plus per la vitivinicoltura italiana avendo portato
le nostre uve ad acquisire una maturità fenolica che prima non
avevano. Ora però le cose stanno cambiando negativamente" ha
spiegato.
"Siamo alle prese con un clima che definirei quanto meno
bizzarro - ha sostenuto Cotarella - e che quest'anno, ad
esempio, ha spaccato il nostro Paese in tre macro aree
richiedendo interventi specifici e differenziati zona per zona.
Al nord abbiamo registrato piogge copiose con fenomeni anche di
muffe nobili, al sud temperature altissime e una siccità mai
vista prima, il centro Italia fino a una ventina di giorni fa
viveva una situazione quasi di normalità, ma ora l'assenza di
pioggia inizia ad essere prolungata. Nel centro sud la vendemmia
sarà sicuramente anticipata rispetto ad altri anni, ma è ancora
un po' presto per pronunciarsi su come sarà da un punto di vista
qualitativo e quantitativo". Per l'enologo "se il clima ci
assiste nelle prossime tre settimane e se mettiamo in atto le
giuste pratiche tecniche e scientifiche possiamo sperare di
raccogliere uve buone e sane anche laddove il clima finora non è
stato clemente".
Parlando del momento che il vino sta vivendo a livello
commerciale, Cotarella ha spiegato che "i mercati nazionali e
internazionali, stanno avendo andamenti molto irregolari". "Ma
non dobbiamo preoccuparci tanto dei mercati - ha sostenuto -, ma
delle aziende e quelle più a rischio sono quelle non strutturate
a livello commerciale e comunicativo".
Il presidente di Assoenologi ha ricordato infine "le
difficoltà legate alla vendita dei vini ciclicamente si sono più
volte presentate". "Ma le abbiamo sempre superate perché il vino
deve indurci all'ottimismo" ha concluso Cotarella.
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