- FIRENZE - "Lo sviluppo del vino italiano deve reggersi su quattro fondamenta: razionalizzazione, investimenti, conoscenza dei mercati, promozione. In primo luogo, è necessario sfoltire il panorama delle denominazioni con politiche ragionate, attraverso accorpamenti o anche, laddove i numeri siano davvero scarsi, a cancellazioni". È quanto ha detto Lamberto Frescobaldi, presidente Unione italiana vini (Uiv) e presidente della Frescobaldi, a margine dell'apertura del 75/o anno dell'Accademia italiana della vite e del vino, in corso alla Camera di commercio di Firenze.
Frescobaldi ha sottolineato che oggi "su circa 400 tra Doc e Docg attive, solo sette hanno imbottigliamenti sopra i 500mila ettolitri e rappresentano oltre la metà del volume totale. Il sistema Dop-Igp nel complesso mostra tassi di volume imbottigliato insoddisfacenti rispetto al rivendicato di partenza".
Sul fronte del mercato, ha osservato, "l'estero è stata la chiave di sviluppo di questi due decenni, trainato dalla progressiva sostituzione della vendita di sfuso per conto terzi con l'export di confezionato in Italia. Ora però sui mercati serve un'ulteriore spinta: è necessario arricchire una ancor troppo esigua concentrazione di piazze di sbocco, con cinque Paesi - Usa, Germania, Uk, Canada e Francia - che assieme sommano il 62% dell'export italiano. Non solo dobbiamo saper leggere e intercettare i cambiamenti demografici che detteranno l'evoluzione dei consumi. Negli Usa, per esempio, è in atto un veloce cambiamento etnico in favore dei non-white che necessita uno sforzo di riposizionamento straordinario per il vino made in Italy".
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