Non c'è due senza tre. Si
rafforza l'immagine del Terralba doc nel segno del bovale. Il
vitigno ambasciatore del vasto territorio tra basso Oristanese,
Campidano e Marmilla su cui ricade la doc, è storicamente
presente, nelle tre varietà di questo rosso. Non solo bovale
grande o bovale di Spagna, ovvero carignano, presente nel
disciplinare in maniera preponderante, e bovale piccolo, o
muristellu. Dalle vecchie vigne spunta fuori anche un terzo
vitigno, un vero gioiello dell'enologia, "che veniva indicato in
quella zona come bovali mannu, meglio conosciuto nel nord
Sardegna come cagnulari e al sud come barbera sardo", spiega
Gianni Lovicu, responsabile settore vitivinicolo dell'Agris.
La sorpresa, accolta con entusiasmo da enologi e produttori,
è emersa proprio dal suo intervento nel corso di un incontro
organizzato a Terralba dal Consorzio Terralba doc che ha
chiamato a raccolta produttori e consorzi del territorio per
studiare strategie comuni legate al marketing territoriale
enogastronomico e all'enoturismo. Nell'annunciare l'incontro
gli organizzatori - il presidente del Consorzio Marcello Martis
e la vice Luciana Baso - avevamo infatti parlato anche di
"diversità genetiche da chiarire e conoscere".
"Lovicu già nel progetto Akinas condotto per Agris Sardegna
lo aveva evidenziato. La sua ricerca - spiega l'enologo Piero
Cella - ha permesso di ricomporre il puzzle e ci restituisce la
triade dei nostri bovali, zoccolo duro della nostra viticoltura.
Si ricompone una doc interessante, con un un uvaggio
equilibrato. Se il bovale grande conferisce potenza e soavità e
il bovaleddu frutto e tannicità, a dare acidità e colore è il
bovale mannu, la novità, storica varietà che stava scomparendo e
grazie alla conoscenza si mantiene e si riaffaccia da
protagonista nel territorio per dare più energia, senso di
identità territoriale con lo sguardo rivolto ai mercati
internazionali".
Per Lovicu "il bovali mannu, presente in questo territorio da
epoca antica, è uno tra i più versatili e interessanti vitigni
della Sardegna. Si presta alla produzione di rossi che possono
essere consumati senza necessità di lungo invecchiamento. Ha
delle ottime caratteristiche enologiche. Può essere utilizzato
per differenziare le tipologie di gusto e di prodotto,
rafforzando ancora di più l'immagine dell'areale come territorio
del vino Bovale".
Sono sette i soci fondatori del Terralba doc: Quartomoro, la
Cantina del Bovale, di Mogoro, Su Cuppoi, Melis, Lotta Azienda
Agricola, Sa Contissa.
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