La pizzeria Starita presenta una
nuova carta di vini naturali da abbinare alle pizze della
tradizione e alle contemporanee per evidenziare la ricerca del
territorio e della qualità. Giuseppe Starita e il suo team hanno
sviluppato per Napoli una carta creata dalla visione personale
delle migliori etichette dotate di uno sguardo agricolo etico e
contemporaneo, a cominciare dalle eccellenze campane. La
collaborazione con la Cantina Giardino di Ariano Irpino e il
loro vino Paski prodotto con uve Coda di Volpe oppure con la
selezione della Falanghina Cese, della cantina Fosso degli
Angeli, ne sono un esempio. E ancora la scelta di avere un
vitigno storico e caratteristico come il partenopeo Asprinio,
prodotto dalla cantina casertana Aia delle Monache. Per
diversificare i territori, una Falanghina macerata della
giovanissima cantina Napoletana Sang, Attupertù, o il Paestum
Primitivo IGT, A'primo, della cantina Barone o il Taurasi
avellinese, della cantina Enza. In carta anche la presenza di
altri territori, al di fuori della Campania, come la cantina
Crespaia, referenza del territorio Fanese a nord delle marche,
con il suo vino Chiaraluce 2021, vino superiore prodotto
utilizzando il 100% del vitigno autoctono Bianchello e infine la
presenza di alcune referenze spagnole importate dalla
distribuzione di Forlì Gitana Wines con il vitigno spagnolo
Verdejo e il vino La resistencia Activa. Il founder di Gitana
Wines Luca Cammarata, è partner di Starita per la selezione dei
vini nei vari punti vendita e all'estero. "Ho appoggiato
immediatamente il progetto che sposa il concetto della qualità
senza compromessi, la stessa filosofia del nostro Gruppo -
afferma Giuseppe Starita, imprenditore e pizzaiolo di tutto il
Gruppo - è stato un lavoro iniziato un anno fa. Noi vogliamo
essere fuori Doc, non vogliamo omologarci cadendo nella
standardizzazione del gusto mancando così di personalità.
Starita ha scelto una sua strada rimanendo fedele a sé stessa".
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