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Nannì, la tradizione senza tempo della cucina napoletana

Nannì, la tradizione senza tempo della cucina napoletana

Compie otto anni la trattoria della famiglia De Pompeis

NAPOLI, 10 dicembre 2023, 13:22

Redazione ANSA

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(di Mariano del Preite) Compie otto anni una delle 'scommesse' gastronomiche vinte nel centro di Napoli ben prima dell'esplosione del boom turistico post-covid. Forte di un menu saldamente ancorato alla tradizione, e soprattutto di una cucina realizzata con passione e cura per i dettagli, la Trattoria Nannì - via Tommaso Senise 2-3-4, a pochi passi da via Toledo - ha saputo conquistare non solo un pubblico di clienti ormai affezionati, ma grazie al passaparola è diventata anche meta di vacanzieri italiani e stranieri alla ricerca di autenticità e vocazione del territorio.
    Nel 2015 lo chef Francesco De Pompeis, dopo varie esperienze in Italia e all'estero, decide di aprire un locale dove proporre la sua versione della cucina napoletana. La Trattoria è a gestione assolutamente familiare: ai fornelli collabora con creatività il figlio del patron, Vincenzo, la gestione della sala è nelle mani cordiali ed efficienti dell'altro figlio Gino, e ad aiutare tutti c'è la signora Dora, moglie dello chef e mamma di Gino e Vincenzo. Ne nasce un team molto apprezzato dagli avventori, e così nel giro di poco tempo Nannì riempie i propri tavoli a pranzo e a cena, rendendo consigliabile la prenotazione (www.trattoriananni.eu, 081.19252501).
    Il lockdown e le successive restrizioni legate alla pandemia rappresentano un duro colpo per tutte le attività commerciali, e ovviamente sono quelle mediopiccole a pagare le conseguenze maggiori. Ma i De Pompeis resistono, e appena è possibile riprendono l'attività e ritrovano gli aficionados, fino alle esplosioni di presenze nella Napoli felicemente invasa da persone di tutto il mondo, propiziate dalle quattro stelle e mezza su cinque con cui i clienti recensiscono la trattoria, sia su TripAdvisor che su The Fork.
    L'ambiente è accogliente, la cantina ben fornita (focus ovviamente sulle etichette campane, con un ricarico non eccessivo), a tavola si può puntare con ottimi risultati sia sul menu di terra che su quello di mare, nei quali si trovano piatti fissi/ricorrenti e specialità stagionali, con pasta e dolci fatti esclusivamente in casa. Gino illustra le proposte del giorno, ascoltatelo e non perdete l'assaggio di tre pilastri della cucina made in Naples: gli ziti alla genovese, la pasta e patate con la provola e sua maestà 'o rraù', il ragù. Tra la cremosità della genovese, dove nessun ingrediente predomina sugli altri e la dolcezza della cipolla rivaleggia con la morbidezza dei bocconcini di carne stracotta; l'amalgama della fonduta di provola con la fragranza delle patate; la vellutata carezza al palato del sapiente ragù tradizionale, che riesce ad essere saporito e insieme delicato, rendono la scelta quanto mai ardua. Se ci si muove sul versante di terra, l'esperienza può proseguire con le gustose polpette, la saporita braciola o la sontuosa parmigiana di melenzane. E come contorno, da assaggiare le saporite scarole alla napoletana.
    Se invece si è scelta la cucina di mare, a parte gli ottimamente cucinati primi con vongole o alla pescatora, lo chef propone spesso variazioni sul tema, come gli scialatielli con gamberi e zucchine oppure con seppie e pomodorini o le cortecce zucchine e cozze. Per il secondo c'è ancora l'imbarazzo della scelta: dal baccalà, declinato in più modi dal classico alla moderna 'oliocottura', al pescato freschissimo all'insalata di mare. Da provare assolutamente la frittura di paranza: raro trovarne altre così gustose, croccanti e asciutte.
    Di volta in volta c'è spazio anche per l'innovazione: i ravioli con crema di pistacchio, ricotta e scaglie di provolone del Monaco dop; la frittatina di pasta aglio e olio con impanatura di frutta secca, noci, mandorle e pistacchio; il maialino cotto per oltre trenta ore a bassa temperatura, un trionfo di scioglievole morbidezza accompagnato dalla riduzione in salsa delle verdure che lo hanno insaporito.
    Degna conclusione con i dolci: lo chef prepara babà, crostatina con fragole, cassata siciliana tradizionale o infornata e tante altre specialità fatte in casa. Chi scrive consiglia la sbriciolata: sontuosa crema di ricotta con gocce di cioccolato su un letto di pasta frolla. E a conclusione, perché non assaggiare la fragranza del limoncello di Nannì a bassa temperatura? Il conto è all'insegna del giusto rapporto tra prezzo e qualità, il servizio veloce e cortese senza mai essere invadente. Una ristorazione insieme classica e moderna, che fa rivivere i segreti della cucina di una volta - soprattutto nella scelta degli ingredienti e nelle lavorazioni accurate - per chi voglia provare (o ritrovare) un piacere senza tempo.
   

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