"Dopo il via libera definitivo da
parte del Consiglio Ue alla revisione della Politica agricola
comune (Pac), per la quale manca ora solo la pubblicazione nella
Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea, è fondamentale
continuare a lavorare a livello nazionale per dare gambe, già a
partire dall'anno in corso, alle legittime istanze delle
migliaia di produttori agricoli che da mesi chiedono un rapido
cambio di passo". Lo dichiara il presidente della Copagri
Tommaso Battista, evidenziando l'importanza del confronto in
seno al tavolo tecnico del ministero dell'Agricoltura, della
sovranità alimentare e delle foreste.
"Agire rapidamente consentirà al nostro Paese di sfruttare
appieno la positiva apertura delle istituzioni comunitarie,
arrivata anche grazie al forte pressing della Copagri, in merito
alla maggiore flessibilità nell'applicazione delle misure
previste dal Piano Strategico Nazionale-Psn, che potrà essere
modificato fino a due volte l'anno per meglio rispondere alle
mutate condizioni di mercato e di scenario", aggiunge Battista.
"Con l'odierno via libera - rileva inoltre il presidente Copagri
- oltre alla riduzione degli oneri amministrativi a carico degli
agricoltori, è stato scongiurato, fra l'altro, l'obbligo di
lasciare il 4% dei terreni a riposo ed è stata confermata
l'esenzione per le aziende agricole sotto i 10 ettari, che
rappresentano circa il 65% dei beneficiari della Pac, dai
controlli e dalle sanzioni relative al rispetto dei requisiti di
condizionalità, per i quali viene inoltre concessa la
possibilità di deroghe temporanee legate a condizioni climatiche
impreviste".
Per Battista "restano, però, ancora numerosi nodi da
sciogliere, sui quali servirà una pronta risposta del governo
per far sì che le modifiche entrino in vigore il prima
possibile; ogni intervento, infatti, oltre ai tempi necessari a
concordarlo tra tutti i portatori di interesse in ambito
nazionale, comporta- sottolinea - delle tempistiche di natura
tecnica, utili all'esecutivo comunitario per vagliare e
approvare le proposte, pari a circa tre mesi. Non possiamo,
quindi, che accogliere con favore l'intenzione manifestata dal
Masaf di vagliare le modifiche del Psn in seno ad un apposito
comitato di monitoraggio, che dovrebbe essere convocato a
strettissimo giro"
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