Dalla Commissione generale per la
pesca del Mediterraneo (Cgpm) finalmente qualche dato
incoraggiante. Secondo il rapporto The State of mediterranean
and Black Sea la percentuale di stock sovrasfruttati è scesa per
la prima volta al di sotto del 60%. Solo nell'ultimo anno è
scesa del 15%. Lo fa sapere Alleanza Cooperative lamentando
tuttavia che
"queste cifre, sebbene importanti, non corrispondono
minimamente- commentano dal Coordinamento pesca e acquacoltura
dell'Alleanza delle Cooperative Italiane - agli enormi sacrifici
imposti alle imbarcazioni italiane ed unionali che operano nel
Mediterraneo"
"Per quanto riguarda la pesca tutto quello che si poteva fare-
aggiunge il coordinamento- è stato fatto, ma la Commissione
europea continua ad imporre ulteriori pesanti sacrifici anche
per il 2024. Peraltro tutto ciò senza rispettare il quadro
normativo predisposto proprio da Bruxelles: basti pensare che
nei 5 anni compresi fra il 2020 ed il 2024, quest'ultimo oggetto
di un lungo negoziato in occasione del Consiglio Agrifish del 10
e 11 dicembre scorso e che ha visto l'Italia ancora una volta in
disaccordo con la Commissione Ue e la presidenza di turno
spagnola, nel Mediterraneo occidentale ,da Imperia a Trapani,
Sardegna inclusa, lo sforzo di pesca si ridurrà di oltre il 40%
, violando il tetto previsto dallo stesso Reg. 2019/1022".
"Ora tocca a tutti- conclude l'Alleanza- gli altri attori che
operano in mare fare la propria parte. Sappiamo quanto sia
importante affrontare la questione del depauparamento degli
stock con un approccio ecosistemico. Depauperamento e non
sovrasfruttamento, perché anche le parole hanno un significato.
È ora dunque di cambiare marcia ed anche Commissario".
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