"È con grandissima soddisfazione che
accogliamo la notizia dell'autorizzazione, da parte delle
Autorità giapponesi, di due stabilimenti italiani a riprendere
l'esportazione di prodotti a base di carne suina cotti verso il
Giappone". E quanto dichiara il presidente di Assica Francesco
Pizzagalli. L'Associazione industriali delle carni e dei salumi
specifica dunque che "sarà quindi possibile tornare ad
esportare prosciutti cotti, mortadelle e wurstel dopo due anni
di stop a causa della peste suina africana in Italia (Psa).
"Desidero esprimere - aggiunge Pizzagalli - i più sentiti
ringraziamenti al ministero della Salute italiano e alla nostra
ambasciata a Tokyo che per due anni hanno lavorato con dedizione
e impegno straordinari, negoziando con le autorità giapponesi
nuove condizioni per l'export di prodotti suini dall'Italia,
banditi a seguito del riscontro della Peste suina africana sul
nostro territorio da gennaio 2022. Il clima di fiducia e stima
che da sempre caratterizza le relazioni tra le autorità italiane
e giapponesi è stato in questi anni consolidato e anche
rafforzato tanto che l'Italia è il primo Paese non indenne da
Peste Suina Africana che ottiene dal ministry of Agriculture,
forestry and fisheries (Maff) la possibilità di esportare
prodotti a base di carne suina". "Il prossimo obiettivo è,
ovviamente - conclude il presidente - l'ampliamento della lista
degli stabilimenti italiani autorizzati all'esportazione di
prodotti cotti e successivamente la riapertura del mercato ai
prodotti stagionati, in particolare prosciutti crudi stagionati
oltre i 400 giorni".
In una nota si segnala ricorda che secondo i dati Assica nel
2021, prima della chiusura del mercato, si erano esportate circa
2.700 tonnellate di salumi per un valore di oltre 31 milioni di
euro, ponendo il Giappone quale terzo Paese di destinazione per
i nostri salumi fuori dalla Unione europea.
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