Guadagna spazio sugli scaffali della
Grande distribuzione organizzata (Gdo) l'olio Evo 100% italiano
e quello a certificazione europea. Stando infatti a una ricerca
di mercato Ismea negli ultimi dieci anni lo spazio dedicato
all'olio di oliva si è ridotto passando dall'1,7% del 2008 allo
0,5% del 2017 a fronte di un raddoppio di quello Evo passato dal
13,3% al 26,6% e a quello Dop-Igp dal 10,6% al 12,9%. Restano
invece per l'Istituto di servizi per il mercato agricolo
alimentare le difficoltà del consumatore a identificare le
differenze tra le tipologie di prodotto o l'esatta provenienza
(regionale, italiana, comunitaria) con il risultato - si spiega
- di spendere più tempo per la scelta davanti allo scaffale: il
59% resta da 2 a 5 minuti, rispetto al 33,8% del 2008.
Nello studio dell'istituto si fa presente inoltre che
l'Italia è il primo consumatore mondiale d'olio di oliva: il
consumo medio delle ultime quattro campagne è stato di 535mila
tonnellate. Nel 2017 il consumo annuo procapite, a causa di una
campagna 2016-17 tra le più scarse di sempre, è stato inferiore
a nove litri.
Il valore della produzione agricola del settore è di 1,3
miliardi (3% del totale agricoltura), mentre il fatturato
dell'industria olearia è di oltre 3 miliardi di euro con oltre
820.000 aziende agricole, 1 milione di ettari e circa 5.000
frantoi.
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