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Il 2024 inaugurato da due esplosioni stellari

Il 2024 inaugurato da due esplosioni stellari

Viste dai telescopi della Nasa, nella regione della supernova 30 Doradus B

05 gennaio 2024, 08:49

Elisa Buson

ANSACheck

Il nuovo ritratto della supernova 30 Doradus B (fonte: NASA/CXC/Penn State Univ./L. Townsley et al.; NASA/STScI/HST; NASA/JPL/CalTech/SST; NASA/CXC/SAO/J. Schmidt, N. Wolk, K. Arcand) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il nuovo ritratto della supernova 30 Doradus B (fonte: NASA/CXC/Penn State Univ./L. Townsley et al.; NASA/STScI/HST; NASA/JPL/CalTech/SST; NASA/CXC/SAO/J. Schmidt, N. Wolk, K. Arcand) -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Il nuovo ritratto della supernova 30 Doradus B (fonte: NASA/CXC/Penn State Univ./L. Townsley et al.; NASA/STScI/HST; NASA/JPL/CalTech/SST; NASA/CXC/SAO/J. Schmidt, N. Wolk, K. Arcand) - RIPRODUZIONE RISERVATA

I telescopi della Nasa inaugurano il nuovo anno con ben due esplosioni stellari: i loro resti sono visibili in un'immagine estremamente colorata e festosa realizzata puntando gli obiettivi verso la regione della supernova 30 Doradus B, che si trova in un complesso paesaggio fatto di nubi oscure di gas, giovani stelle, shock ad alta energia e gas surriscaldato a 160.000 anni luce dalla Terra nella Grande Nube di Magellano, una piccola galassia satellite della Via Lattea.

Il nuovo ritratto di 30 Dor B è pubblicato su The Astronomical Journal da un gruppo di astronomi guidato da Wei-An Chen dell'Università Nazionale di Taiwan a Taipei.

L'immagine è stata realizzata combinando i dati a raggi X dell'Osservatorio Chandra della Nasa, i dati ottici del telescopio Blanco da 4 metri in Cile, i dati a infrarossi del telescopio spaziale Spitzer della Nasa e i dati ottici del telescopio spaziale Hubble di Nasa e Agenzia Spaziale Europea.

Al centro dell'immagine è possibile riconoscere una pulsar e dei luminosi raggi X che probabilmente sono il risultato dell'esplosione di una supernova dopo il collasso di una stella massiccia avvenuto circa 5.000 anni fa. Si osserva pure un debole guscio di raggi X che si estende per ben 130 anni luce: troppo grande per essere il risultato della stessa supernova, potrebbe essere stato prodotto da un’altra supernova esplosa più di 5.000 anni fa.
Questo risultato potrà aiutare gli astronomi a capire meglio la vita delle stelle massicce e gli effetti delle loro esplosioni come supernova.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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