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Lockdown e vaccini attenti anche a Pil, studi per la ripresa

Lockdown e vaccini attenti anche a Pil, studi per la ripresa

Basati su Big Data, priorità vaccinale a chi non lavora in smart

ROMA, 13 aprile 2021, 13:28

Redazione ANSA

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Una volta messe in sicurezza le categorie più fragili ed esposte al Covid-19, per uscire dalla crisi legata alla pandemia è necessario mettere in campo un mix di politiche all'insegna di "lockdown più smart e vaccinazione attenta alla salute ma anche al Pil". Sono queste le principali conclusioni di due studi, basati su evidenze scientifiche emerse dall'analisi di grandi numeri, presentati nel corso di una conferenza online organizzata da Big Data in Health Society (Bdhs).
    Il primo studio, condotto da Antonio Scala, presidente di Bdhs e ricercatore dell'Istituto dei sistemi complessi del CNR, è stato appena pubblicato su Scientific Reports, rivista del Gruppo Nature: ha cercato di rispondere alla domanda se sia possibile applicare il lockdown in maniera differenziata per categorie lavorative, in modo da abbassare la diffusione del virus mantenendo dei livelli di economia sostenibile. "Se dovessero essere ancora necessarie in futuro misure di lockdown - spiega Scala - sarebbe fondamentale sviluppare prima un'infrastruttura per il contact tracing in modo da fare interventi targettizzati. Un tale approccio, pur non dimostrando spesso di essere in grado di smorzare i focolai sul nascere, permetterebbe di minimizzare almeno gli impatti economici". Il secondo lavoro, guidato da Angelo Facchini, ricercatore della Scuola Istituzioni Mercati Tecnologie (Imt) di Lucca, ha studiato un criterio di priorità vaccinale in un'ottica di attenzione al lavoro. "Chi telelavora incide in maniera diversa sulla mobilità e quindi sulla diffusione del virus. Tra individui paragonabili per condizioni di salute ed età, quindi, sarebbe consigliabile - spiega Facchini - vaccinare con priorità chi non può fare smart working ed è sottoposto a cassa integrazione. In questo modo, sarebbe possibile riallocare i fondi destinati alla Cig". Per questo, "rimodulare le priorità di vaccinazione sulla base del rischio disoccupazione consentirebbe una categorizzazione dei soggetti che potrebbero incidere maggiormente sull'economia".
   

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