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Memoria come gioco di squadra, informazione usa intero campo

Memoria come gioco di squadra, informazione usa intero campo

Ricerca Iit, utile per l'Intelligenza artificiale e l'autismo

GENOVA, 30 agosto 2017, 10:46

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nuove forme di intelligenza artificiale ma soprattutto una nuova frontiera nella comprensione dei meccanismi che innescano patologie come autismo e epilessia. A questo servirà lo studio realizzato dal dipartimento Synaptic plasticity of inhibitory networks dell'Istituto italiano di Tecnologia guidato dal genovese Andrea Barberis da poco pubblicato sulla rivista internazionale Neuron.
    Uno studio che svela come nel sistema nervoso esistano molte più connessioni tra i neuroni, le cellule di base del nostro sistema nervoso, rispetto a quanto già noto fino a oggi. Non solo: nel sistema nervoso il flusso di informazioni non scorre solo da una sinapsi (i collegamenti tra neuroni) a quella successiva ma anche tra sinapsi adiacenti tessendo così una rete di connessioni che ottimizza il processo di trasmissione delle informazioni favorendo la memorizzazione. In pratica la nostra memoria è un gioco di squadra in cui la palla (informazione) viene passata in qualsiasi direzione dai giocatori (sinapsi). "Possiamo immaginare - spiega Barberis - il nostro sistema nervoso come una squadra di calcio in cui i giocatori, cioè le sinapsi, si passano la palla non solo in direzione della porta ma anche tra giocatori in linea. La palla è rappresentata dai recettori, strutture che vengono attivate dai neurotrasmettitori, sostanze che veicolano informazioni tra i neuroni. La memoria è un gioco di squadra". L'intelligenza di un robot funziona grazie a 1 mld di transistor mentre quella umana può contare su 100 mila miliardi di sinapsi consumando un quinto della potenza elettrica e sviluppando il doppio delle operazioni al secondo. Un sistema che se replicato nello studio dell'intelligenza artificiale potrebbe ovviare al problema del dispendio energetico richiesto dai robot per svolgere attività di base. I risultati ottenuti dai ricercatori Iit, inoltre, gettano le basi per studi futuri mirati alla lotta contro malattie neuropsichiatriche di cui ancora si conosce poco come autismo e epilessia legate a disfunzioni delle sinapsi.
   

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